18.9 C
Roma
martedì, 21 Ottobre, 2025
HomeAskanewsJuve Stabia, infiltrazioni mafiose, amministrazione controllata

Juve Stabia, infiltrazioni mafiose, amministrazione controllata

Roma, 21 ott. (askanews) – È stata disposta l’amministrazione controllata per la Juve Stabia, società di Serie B, a seguito di presunte infiltrazioni mafiose. Il decreto, emesso dal tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, del Procuratore Nazionale Antimafia e del Questore di Napoli, riguarda anche altre società coinvolte nei servizi collegati alle manifestazioni sportive. La gestione del club passa ora a un pool di professionisti nominato ad hoc. La squadra, al momento, è settima in classifica con 13 punti.

Nel corso della conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha spiegato che “gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, la gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra”. E ha aggiunto: “Fa scalpore che la Juve Stabia militi in Serie B”.

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha parlato di “un quadro generale preoccupante, un caso scuola”. “Si tratta – ha detto – del terzo caso in Italia, dopo Foggia e Crotone. Il mio ufficio ha la convinzione che analoghi provvedimenti riguarderanno anche altre società in futuro: il fenomeno è allarmante e non riguarda solo le regioni tradizionalmente mafiose, né soltanto il calcio”. Melillo ha inoltre collegato la degenerazione del sistema sportivo alle “condizioni che favoriscono tragedie come quella di Rieti”, in cui è morto un autista del Pistoia Basket.

Il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha definito la decisione “uno spartiacque nella gestione della società”. “I magistrati hanno individuato diverse defaillance – ha detto – e ora bisogna accompagnare la Juve Stabia in un percorso di legalità. È già al lavoro un gruppo interforze e non escludiamo di chiedere alla Federcalcio il rinvio di alcune gare. L’obiettivo è bonificare la società”.

Il questore di Napoli, Maurizio Agricola, ha infine denunciato che anche il settore giovanile era gestito da persone riconducibili alla camorra, “usato per acquisire consenso tra i minori e formarli ai disvalori”. Le indagini, partite il 9 febbraio 2025 dopo un controllo sui servizi di sicurezza, hanno fatto emergere “un’infiltrazione profonda in più settori, dal ticketing alla security”, con casi di alterazione dei dati dei soggetti Daspo per consentire loro l’accesso allo stadio e un uso distorto dei biglietti omaggio.