Milano, 11 feb. (askanews) – La Biennale Architettura, ormai da diverse edizioni, è una delle frontiere più avanzate dello studio sulla relazione tra le arti e la società, tra la teoria e la realtà. Uno spazio nel quale sempre di più l’istituzione veneziana gioca un ruolo di apriprista, che insegue tanto il desiderio di architettura, quanto la complessità del mondo. Oggi, con la presentazione della 19esima Mostra internazionale, diretta da Carlo Ratti e intitolata “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, l’ulteriore passo in avanti riguarda la consapevolezza del reale e il bisogno di coniugare tecnologia e umanesimo.
“Nel confronto tra la Terra e il Mondo, Il Mondo richiede l’intelligenza. Alla Biennale il farsi Mondo della Terra trova un codice, un riferimento, che tutti noi riusciamo a riconoscere come urgente, proprio per dare le risposte a ciò che è oggi la Terra nel farsi Mondo, nel momento in cui il Mondo si sgretola”, ha detto un ispiratissimo Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia. “L’architettura – gli ha fatto eco Ratti, italiano che lavora all’estero e che torna per questo grande progetto – rappresenta da sempre una risposta alle sfide poste dalle condizioni climatiche. Fin dalle ‘capanne primitive’, la progettazione umana è stata guidata dalle necessità di ripararci per sopravvivere: le nostre creazioni hanno cercato di colmare il divario tra ambienti ostili e quegli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo tutti bisogno”.
“Oggi questo approccio dinamico – ha detto ancora Ratti – viene portato a un nuovo livello, mentre il clima diventa sempre meno clemente. Negli incendi di Los Angeles, nelle inondazioni di Valencia e Sherpur, la siccità in Sicilia, abbiamo assistito in prima persona a come acqua e fuoco ci stiano attaccando con una ferocia senza precedenti. Il 2024 ha segnato un momento critico: la Terra ha registrato le temperature più calde di sempre, spingendo le medie globali ben oltre il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2016. In soli due anni, il cambiamento climatico ha impresso un’accelerazione che sfida anche i modelli scientifici più validi. Per decenni, l’architettura ha risposto alla crisi climatica con la mitigazione: progettare per ridurre il nostro impatto sul clima. Ma questo approccio non è più sufficiente. È il momento che l’architettura passi dalla mitigazione all’adattamento: ripensare il modo in cui progettiamo in vista di un mondo profondamente cambiato”.
“L’adattamento – sono ancora parole di Ratti – richiede un cambiamento radicale della nostra pratica. La Mostra di quest’anno, invita diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare l’ambiente costruito. Il titolo stesso della Mostra, Intelligens, contiene la parola latina gens (‘gente’) e ci invita a sperimentare oltre i limiti di un focus limitato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie digitali. Nell’età dell’adattamento, l’architettura rappresenta un nodo centrale che deve guidare il processo con ottimismo. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze. L’architettura deve diventare flessibile e dinamica, proprio come il mondo per cui sta progettando”.
Nella visione del curatore questi sono i punti salienti del progetto: 1) Intelligens vuole fungere da laboratorio dinamico e riunisce esperti nelle varie forme di intelligenza. Per la prima volta, la Mostra presenta oltre 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, e molti altri. L’adattamento richiede inclusività e collaborazione.
2) Una curatela di scala così ampia ha richiesto un sostanziale cambio di approccio/mentalità. Il processo di selezione è stato aperto e dal basso, guidato da un team curatoriale interdisciplinare. Lo Space for Ideas, la nostra call per presentare progetti dal 7 maggio al 21 giugno 2024, ha prodotto una risposta globale importante. L’ondata di candidature si è rivelata entusiasmante e scoraggiante allo stesso tempo, ma ci ha permesso di scoprire voci inedite e inascoltate che altrimenti sarebbero passate inosservate.
3) Il gruppo di partecipanti che ne è scaturito abbraccia diverse generazioni: da professionisti esperti che a novant’anni sono ancora in grado di innovare a neolaureati che hanno appena intrapreso la propria carriera. Vincitori del Premio Pritzker, ex curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel, professori emeriti compaiono accanto ad architetti e ricercatori emergenti. Questo processo di inclusione riflette il nostro impegno verso un’ampia gamma di diverse prospettive.
4) Una tale ricchezza di contributi richiede un nuovo approccio autoriale. Intelligens sfida la tradizione dell’architetto come unico creatore, con gli altri professionisti relegati a ruoli di supporto. Proponiamo quindi un modello di autorialità più inclusivo, ispirato alla ricerca scientifica. Nell’Età dell’Adattamento, tutte le voci che guidano la progettazione devono essere riconosciute e accreditate.
5) Nell’Età dell’Adattamento, La Biennale di Venezia deve collaborare con altre istituzioni. Intelligens ha stretto connessioni con altre Istituzioni globali, con la COP30 delle Nazioni Unite a Belem, con la C40, con la Baukultur Alliance di Davos, con il Soft Power Club e molti altri. Il suo programma pubblico, GENS, ospiterà una serie di incontri e conversazioni, coinvolgendo audience di ogni portata.
La 19esima Biennale di Architettura sarà aperta al pubblico da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre 2025, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera: Per questa edizione non sarà invece utilizzato il Padiglione centrale ai Giardini, in quanto in corso di ristrutturazione.