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La BBC si scusa con Trump ma respinge le richieste di risarcimento

Milano, 13 nov. (askanews) – La BBC ha chiesto scusa al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per una puntata di “Panorama” che aveva montato insieme parti diverse di un suo discorso, ma ha respinto le sue richieste di risarcimento. Lo scrive sul suo sito la stessa emittente inglese, spiegando che il montaggio aveva creato “l’erronea impressione che il presidente Trump avesse lanciato un appello diretto alla violenza” e ha dichiarato che il programma non sarà più trasmesso. Le conseguenze dello scandalo hanno portato alle dimissioni del direttore generale, Tim Davie, e della responsabile dell’informazione, Deborah Turness.

Le scuse arrivano dopo che il Daily Telegraph ha rivelato un secondo filmato montato in modo simile, trasmesso da “Newsnight” nel 2022. Nella sezione “Corrections and Clarifications” (“Correzioni e Chiarimenti” ndr), pubblicata giovedì sera, la BBC ha precisato che la puntata di “Panorama” era stata rivista in seguito alle critiche sul modo in cui era stato montato il discorso di Trump.

Gli avvocati di Trump hanno minacciato di citare in giudizio la BBC chiedendo 1 miliardo di dollari (759 milioni di sterline) di danni, a meno che la società non pubblichi una smentita, porga le scuse e lo risarcisca. Il sito della British Broadcasting Corporation spiega poi che “un portavoce ha riferito che gli avvocati della BBC hanno scritto al team legale di Trump in risposta a una lettera ricevuta domenica”.

“Il presidente della BBC, Samir Shah, ha inoltre inviato una lettera personale alla Casa Bianca per chiarire al presidente Trump che lui e l’emittente si scusano per il montaggio del discorso del 6 gennaio 2021 presente nel programma”, ha aggiunto il portavoce citato nell’articolo del sito dell’emittente.

Ribadendo di non avere alcuna intenzione di ritrasmettere il documentario su nessuna piattaforma, la televisione pubblica britannica ha sottolineato che “pur rammaricandoci sinceramente per il modo in cui il filmato è stato montato, riteniamo fermamente che non vi siano basi per una causa per diffamazione”.