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venerdì, 5 Settembre, 2025
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La commissione Ue multa Google per 2,5 mld: distorta concorrenza

Roma, 5 set. (askanews) – La commissione europea ha inflitto a Google una multa di 2,95 miliardi di euro per aver violato le norme Antitrust dell’Ue distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie. Lo ha fatto favorendo i propri servizi di tecnologia pubblicitaria display online a scapito dei fornitori concorrenti di servizi di tecnologia pubblicitaria, degli inserzionisti e degli editori online.

La commissione ha ordinato a Google di porre fine a queste pratiche di auto-preferenza e di attuare misure per porre fine ai suoi conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell’adtech. Google ha ora 60 giorni di tempo per informare la commissione su come intende procedere.

“La decisione odierna dimostra che Google ha abusato della sua posizione dominante nell’adtech, danneggiando editori, inserzionisti e consumatori – ha detto Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva dell’Ue per una Transizione pulita, giusta e competitiva – questo comportamento è illegale secondo le norme Antitrust dell’Ue. Google deve ora proporre una soluzione seria per risolvere i suoi conflitti di interesse e, se non ci riuscirà, non esiteremo a imporre misure rigorose. I mercati digitali esistono per servire le persone e devono essere fondati sulla fiducia e sull’equità. E quando i mercati falliscono, le istituzioni pubbliche devono agire per impedire agli attori dominanti di abusare del loro potere. La vera libertà significa parità di condizioni, dove tutti competono ad armi pari e i cittadini hanno un autentico diritto di scelta”.

L’indagine della commissione ha rilevato che Google detiene una posizione dominante nel mercato dei server pubblicitari per editori con il suo servizio “Dfp” e nel mercato degli strumenti per l’acquisto programmatico di annunci per l’open web con i suoi servizi “Google Ads” e “DV360”. Entrambi i mercati si estendono all’intero spazio economico europeo.

In particolare, la commissione ha rilevato che, almeno tra il 2014 e oggi, Google ha abusato di queste posizioni dominanti in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Bruxelles ha concluso che queste condotte miravano a conferire intenzionalmente un vantaggio competitivo e potrebbero aver precluso l’accesso agli ad exchange concorrenti.

La commissione ha ordinato a Google di porre fine a queste pratiche e di attuare misure per porre fine ai suoi conflitti di interesselungo la filiera dell’adtech. Google ha ora 60 giorni di tempo per informare la commissione delle misure che intende proporre a tal fine. Una volta ricevute, la commissione le valuterà per verificare se eliminano i conflitti di interesse. In caso contrario, fatto salvo il diritto di Google di essere ascoltata, la commissione procederà a imporre un rimedio appropriato. La commissione ha già espresso il suo parere preliminare secondo cui solo la cessione da parte di Google di una parte dei suoi servizi risolverebbe la situazione di conflitti di interessi, ma desidera prima ascoltare e valutare la proposta di Google.