16.5 C
Roma
lunedì, 27 Ottobre, 2025
HomeAskanewsLa Commissione Ue non esclude "altre opzioni" per finanziare il prestito all’Ucraina

La Commissione Ue non esclude "altre opzioni" per finanziare il prestito all’Ucraina

Bruxelles, 27 ott. (askanews) – La Commissione europea ha confermato oggi che presenterà “presto “altre opzioni” per finanziare il prestito di cui ha bisogno l’Ucraina per i prossimi due anni, anche al di là dell’utilizzo degli asset russi congelati (che rischia di essere considerato come una confisca, oggetto di ricorsi e di arbitrati internazionali). Anche se, come ha ribadito la presidente Ursula von der Leyen alla fine del Consiglio europeo di giovedì scorso, il “focus” della discussione resta proprio sugli asset congelati. Inoltre, l’ammontare del prestito viene ora stimato a circa 60 miliardi di dollari, molto meno delle cifre (140-180 miliardi di euro) di cui si era parlato nelle scorse settimane e durante il vertice Ue di giovedì.

Durante il briefing quotidiano con la stampa oggi a Bruxelles, la portavoce capo della Commissione, capo Paula Pinho ha ricordato che “c’è precisamente un chiaro impegno da parte del Consiglio europeo ad affrontare le esigenze finanziarie dell’Ucraina per il 2026 e il 2027. Questo vale la pena di ricordarlo. Il Consiglio europeo – ha ricordato citando le conclusioni del vertice di giovedì – resta impegnato ad affrontare le esigenze finanziarie dell’Ucraina. Ed è in questo contesto che il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a proporre delle opzioni. A questo riguardo, la presidente Ursula von der Leyen è stata molto chiara in risposta a una domanda che le è stata rivolta durante la conferenza stampa al temine del Consiglio europeo, affermando che naturalmente ci sono sempre altre opzioni oltre all’utilizzo degli asset immobilizzati, ma che l’attenzione è ancora sugli asset immobilizzati” della Russia.

Alla domanda di un giornalista su quali siano le “altre opzioni” menzionate dal von der Leyen, la portavoce ha risposto: “Questo è esattamente ciò che proporremo in un documento sulle opzioni. Vedremo quali potranno essere le altre opzioni, mentre, comunque – ha ribadito -, il focus dovrebbe restare sull’uso degli asset congelati”.

Quanto alla cifra di cui si parla per il prestito, il portavoce al Bilancio Balazs Ujvari ha risposto che, “come abbiamo sempre detto, noi guardiamo al Fondo monetario internazionale, alle stime del Fmi, e la cifra che ho visto, e che abbiamo in mente per il 2026 e il 2027 è pari a circa 60 miliardi di dollari Usa. Questo – ha precisato – è l’ammontare a cui stiamo guardando per i prossimi due anni”.

A chi chiedeva se la mancata decisione del Consiglio europeo sul prestito non costituisca un fallimento dell’opzione favorita dalla Commissione europea, Pinho ha replicato: “Queste sono acque inesplorate. E’ un’area in cui non abbiamo mai agito prima. Ovviamente è una questione complessa ed è legittimo porre domande. E’ anche legittimo che noi, nella Commissione, proponiamo le risposte a queste domande. Ed è ciò che vediamo anche nel contributo del Consiglio europeo in questo senso: abbiamo avuto la possibilità di ascoltare quali sono le domande a cui è ancora necessario rispondere e quali sono le preoccupazioni. Su questa base, i nostri colleghi stanno ora lavorando sulle opzioni, con l’obiettivo di affrontare tutte le preoccupazioni ancora esistenti e rispondervi”.

“Ci hanno chiesto – ha continuato la portavoce – di presentare le opzioni per la discussione” ulteriore tra gli Stati membri, “in vista della decisione finale”, come ha detto il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, “quindi questo è precisamente il processo. Queste opzioni dovranno essere presto sul tavolo in modo che il Consiglio europeo possa prendere una decisione su questa base”. Dunque, ha ribadito, “il prossimo passo sono le opzioni, la discussione delle opzioni. Su questa base, si spera una decisione finale al prossimo Consiglio europeo”. Una opzione possibile per salvare il prestito all’Ucraina, ha ricordato un giornalista, è stata ipotizzata dalla Norvegia (che non fa parte dell’Ue) e commentata dalla premier danese Mette Frederiksen e dalla ministra svedese per l’Europa Jessica Rosencrantz. In questo caso, la Norvegia fornirebbe le garanzie per il prestito, basato comunque sugli asset russi congelati. L’idea, è stato chiesto, potrebbe essere discussa durante la prossima visita di von der Leyen in Norvegia per il Nordic Council? Paula Pinho non l’ha escluso; così come non ha escluso, rispondendo a un’altra domanda subito dopo, la possibilità che si ricorra a nuove forme i debito comune europeo. “Penso che dovremo essere pazienti e aspettare le opzioni che verranno proposte, per vedere se il prestito congiunto è tra queste”, ha affermato la portavoce.