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mercoledì, 17 Dicembre, 2025
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La disuguaglianza favorisce i populismi

Concentrazione della ricchezza, impoverimento del ceto medio e nuove povertà sociali alimentano la sfiducia nelle istituzioni democratiche e creano terreno fertile per derive populiste e antielitarie

I rapporti del 2025 evidenziano una forte concentrazione della ricchezza a livello globale. Tra quelli più significativi si possono citare quelli di Oxfam, il World Inequality Report, ASviS e il Rapporto mondiale sui salari dell’ILO. I dati contenuti in questi studi mostrano che la ricchezza dei miliardari nel mondo è cresciuta di circa 2 mila miliardi di dollari nel 2024, con un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente, e che entro il 2025 lo 0,001% della popolazione mondiale sarà più ricco della metà più povera dell’umanità.

LItalia e il primato negativo europeo

Se ci focalizziamo sull’Italia, possiamo osservare come il Paese si collochi al terz’ultimo posto in Europa per quanto riguarda il contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali. Il 5% delle famiglie italiane possiede infatti circa la metà della ricchezza nazionale, mentre il rapporto tra il reddito disponibile del 20% più ricco della popolazione e quello del 20% più povero è salito a 5,5 nel 2023, rispetto al 5,3 del 2022.

L’indice di Gini, che misura la disuguaglianza nella distribuzione del reddito — dove 0 rappresenta la perfetta uguaglianza e 1 la massima disuguaglianza — si attesta in Italia a 0,323 nel 2023, in peggioramento rispetto all’anno precedente.

Salari reali e inflazione: un arretramento strutturale

A ciò si aggiunge l’effetto dell’inflazione che, nonostante una ripresa nominale dei consumi e dei salari contrattuali nel 2025, mostra come la crescita non sia stata sufficiente a recuperare il potere d’acquisto: dal 2008 i salari reali nel Paese sono diminuiti di circa l’8,7%.

La povertà economica, tuttavia, non è l’unico fattore che influenza la nostra società. A essa si affianca il cosiddetto digital divide che, secondo il rapporto Eurispes 2025, colpisce oltre 7 milioni di italiani, con solo il 45,8% della popolazione in possesso di competenze digitali almeno di base (fonte ISTAT).

La terza, e forse più rilevante, tipologia di povertà nel nostro Paese è quella energetica, generatasi soprattutto a seguito delle tensioni geopolitiche conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Tale fenomeno ha comportato un aumento del costo delle bollette per le famiglie meno abbienti, che si somma al calo dei redditi e al depauperamento dei risparmi accumulati negli anni precedenti.

Ricostruire il ceto medio

Dal punto di vista economico, il permanere di questa situazione non può che produrre un declino lento ma inesorabile, qualora non vengano adottate misure efficaci di contrasto volte a ricostruire quello che viene comunemente definito il ceto medio, che ha rappresentato la spina dorsale dello sviluppo del Paese.

Dal punto di vista politico, un governo che intenda rendere la società non solo più equa, ma anche più dinamica dal punto di vista produttivo in un mondo in rapido cambiamento, non può prescindere dall’elaborazione di un piano complessivo. Un piano che, partendo dalla fiscalità generale, miri non solo a riequilibrare le disuguaglianze, ma anche a incentivare gli investimenti, senza scoraggiare l’innovazione.

Disuguaglianza e democrazia a rischio

A ciò dovrebbe affiancarsi un massiccio intervento sull’istruzione permanente, aperta a tutti, per favorire l’acquisizione di competenze digitali. Analogamente, in ambito energetico, al di là degli interventi tampone (riduzione dell’IVA, bonus alle famiglie, ecc.), sarebbe necessario dare un forte impulso alla ricerca e all’innovazione nel campo delle fonti energetiche alternative.

In assenza di tali interventi, una società impoverita e poco istruita diventa facile preda della propaganda e dell’influenza esercitata dalle élite che detengono sia i mezzi finanziari sia quelli tecnologici, con gravi conseguenze per la tenuta della democrazia liberale, che ci ha garantito pace e prosperità per circa un secolo.