Era uno dei sogni del Cavaliere, diventato uno dei progetti sui quali il ministro Salvini sta esercitandosi in un doppio salto mortale. il primo, rispetto alla storia e alla tradizione politica del suo partito, già difensore con il Senatur delle ragioni del Nord contro i “ terroni” del Sud; il secondo, con la permanente realtà di una fortissima opposizione, per ragioni diverse e trasversali a questo progetto
Non vorrei entrare sulla disputa sull’opportunità o meno del ponte sullo stretto, capace di garantire un più forte collegamento tra la nostra amata Sicilia al resto del continente, ritenendo che, garantite le condizioni di fattibilità e la sostenibilità ambientale e finanziaria dell’opera, non credo si dovrebbero opporre pregiudiziali di tipo ideologico.
Reazioni sbagliate da parte del governo
Ciò che trovo, invece, del tutto inappropriate sono le modalità con cui il ministro dei trasporti e il capo del governo hanno reagito allo stop deciso dalla Corte dei conti al progetto.
Ho scritto a caldo che, dopo la bocciatura decisa dalla Corte dei conti, il governo Meloni ha annunciato un progetto di riforma che è sembrato ispirato dalla volontà di ritorsione contro le magistrature, proprio nel giorno in cui il Parlamento stava approvando il progetto di separazione delle carriere. Una reazione quella della Meloni e di Salvini che evidenzia una incomprensibile confusione tra magistratura ordinaria e magistratura contabile, considerando che la Corte dei conti è un organo di rilievo costituzionale, con funzioni di controllo e giurisdizionali, previsto dagli articoli 100 e 103 della Costituzione italiana, che la ricomprende tra gli organi ausiliari del Governo.
Un governo che contesta le decisioni di un organo di rilievo costituzionale, ausiliario del governo stesso, non è avvenimento frequente nella storia repubblicana, ma, in questo caso, è prevalsa una reazione dell’esecutivo oggettivamente rabbiosa, che ha attivato immediatamente un serrato confronto politico.
Da un lato, quelli che, dal tempo del Cavaliere, accusano la magistratura (in questo caso le magistrature) di invadenza impropria sull’azione del governo; dall’altro, quelli che sono preoccupati per questo che appare un altro tentativo di destabilizzazione dell’equilibrio dei poteri su cui si basa la nostra Repubblica.
La Corte dei conti è stata al merito della questione
Venendo al merito, a me pare, che la Corte dei conti si sia limitata a esaminare procedure e costi, come rientra nel suo compito istituzionale. Dai dubbi sulla delibera con cui il comitato interministeriale Cipess aveva dato il via libera al progetto alla richiesta di chiarimenti ed elementi informativi su quella delibera. «Risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione – scriveva la Corte – difettando, a sostegno delle determinazioni Cipess, anche in relazione a snodi cruciali dell’iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori». Sui costi, la Corte incalzava sul «disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg» il 25 luglio scorso – quantificato in 10 miliardi e 481 milioni – e quello di 10,508 miliardi «attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto» per un’opera il cui costo finale dovrebbe arrivare a 13,5 miliardi. Cioè quasi 3 volte tanto quei 4,6 miliardi previsti nel contratto originale del 2006 con Eurolink, consorzio incaricato della costruzione, quando la normativa Ue stabilisce che se i costi di un’opera aumentano di oltre il 50% bisogna indire una nuova gara d’appalto. Dito puntato anche su aspetti tecnici come le stime di traffico, in relazione «al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting». Infine, tra gli aspetti procedurali si metteva in evidenza anche che, «con riferimento alla fase progettuale, non risulta in atti il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici (voto 220 del 1997)»
Rilievi importanti
Insomma, rilievi assolutamente importanti che il governo, dopo la sfuriata iniziale, si è immediatamente impegnato a chiarire con risposte precise sui diversi punti rilevati. Dall’”andare avanti comunque”, si è passati, così, al più prudente manzoniano:” adelante con juicio”, tenendo anche presente le gravi responsabilità cui ministro e governo andrebbero incontro, nella malaugurata ipotesi, che la Corte bocciasse in via definitiva il progetto. Le spese sino ad ora sostenute, infatti, sarebbero, in quel caso, del tutto illegittime, e gli organi di governo responsabili potrebbero essere chiamati a rispondere del danno erariale causato. Così, almeno, secondo lo Stato di diritto vigente in Italia.

