I simboli hanno sempre una ricchezza elevatissima di contenuti non solo per chi li ha proposti ma anche per chi poi vi si ispira o li mette a principio della propria cultura.
Inizio così perché non ci sarà alcun lettore che non riconosca nel simbolo della creazione di Roma la lupa che allatta i due bambini.In questo simbolo c’è ciò che in natura risulta vivere un tragico contrasto: la lupa, il lupo, il carnivoro più feroce, che solitamente è affamato e che deve badare alla propria vita, nutrendosi; qui in questa immagine mostra quanto contrasti la sua natura e offre invece, ai neonati il proprio latte.
Potentissimo simbolo.
Roma, quindi l’Italia nella sua origine ha posto questo quadro. Non possiamo che esaminarlo perché fa parte della nostra cultura e perché ancor oggi ci racconta tante cose. La legge in natura, aiutare chi è più debole, in questa origine della Roma antica, illumina con forza un gesto “Divino”.
Non è ancor oggi valido? Cos’è l’Italia oggi, in questo istante, se non la lupa? Cosa sono i bambini dentro quella nave? Non sono fors’anche anch’essi dei Romolo e Remo? Non dobbiamo noi, oggi, rispondere alla nostra antica e saggia simbologia di Roma?
Ecco, queste brevi domande, semplici, che fanno riandare i nostri occhi, agli occhi dei ragazzi che studiano alle elementari il nostro cammino storico, tutto per poter ispirare la nostra odierna volontà anche ai costumi che ci hanno lontanamente preceduto e che dovremmo onorare per quanto essi ci hanno dato e ci hanno consegnato.
E, come state leggendo, non ho nemmeno aperto un libro di seicento anni dopo: il Vangelo. Perché, l’avessi fatto, innalzerei ulteriormente un grido di dolore, ma sempre improntato sulla speranza che non fossero mai dimenticati due mila anni di storia. Sono risalito invece a due mila e seicento anni fa, quindi allo zampillare della nostra origine, dove la simbologia, pur essendo meno raffinata, parla in modo illuminante.
Oggi solo la Chiesa e il Sindaco di Siracusa danno ragione a tutta la nostra etica. La cosa più amara è constatare che anche coloro i quali vanno dicendo di aiutare i più poveri, oggi sono inclini a girare le spalle a quelli più deboli.
La storia serve sempre per riflettere su che cosa fare degli eventi che capitano al presente.