Qual è il senso del Giorno della memoria? La distanza da quel passato segna oggi un momento particolarmente fragile: la voce dei testimoni si va spegnendo a poco a poco. La perdiamo perché il tempo è inesorabile. Come faremo, da domani in poi, ad ascoltare ciò che è stato?
È una riflessione di Elena Loewenthal (“La Stampa”, 26 gennaio 2021).
Quel passato appartiene a tutti e la memoria deve servire ad educare, a divulgare il male per tenersene lontani (“Calendario civile”. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani, a cura di A. Portelli).
Ma la memoria, afferma la Loewenthal, deve diventare narrazione e, soprattutto, interrogazione.
”Ayekha? <Dove sei?>, è la prima domanda che viene al mondo nella Bibbia. La pronuncia Dio in cerca di Adamo, che si è nascosto dopo aver assaggiato il frutto proibito. <Dove sei?>, è l’insopportabile ma necessaria domanda che l’uomo e Dio si lanciano a vicenda lungo la storia, l’uno in cerca dell’altro, quando il male sembra negare il senso di ogni cosa”.