Roma, 18 set. (askanews) – Domenica 28 settembre 2025 la Moldova andrà alle urne per rinnovare il parlamento, un voto di un piccolo Stato al margine orientale dell’Europa con importanti implicazioni geopolitiche per l’intero continente. Situata tra l’Ucraina e la Romania, la Moldova gioca un ruolo strategico nel sostegno a Kiev, nell’export di grano via il Danubio e come linea di confine e barriera contro l’influenza russa. Un ritorno del paese sotto l’orbita del Cremlino potrebbe indebolire il fianco est dell’Unione Europea, minacciando la stabilità dei vicini membri della NATO come Romania, Polonia e i Paesi baltici.
Il significato del voto è chiaro ai leader europei: a fine agosto il presidente francese Emmanuel Macron, il premier polacco Donald Tusk e il cancelliere tedesco Merz si sono recati a Chisinau per ribadire il sostegno dell’UE al percorso europeo moldavo. L’eventuale vittoria delle forze pro-Russia rafforzerebbe i timori di nuove pressioni, anche militari, ai confini orientali dell’Unione: la Russia mantiene 1.500 soldati in Transnistria, regione separatista filorussa.
IL PARTITO PAS DELLA PRESIDENTE PRO-EU MAIA SANDU IN DISCESA La presidente Maia Sandu e il suo Partito Azione e Solidarietà (PAS) detengono attualmente la maggioranza assoluta con 63 seggi su 101, ottenuti nel 2021. Il partito ha guidato il paese verso un maggiore allineamento con l’Unione Europea, avviando i negoziati di adesione nel 2024 e partecipando al primo vertice UE-Moldova nel luglio 2025.
Tuttavia, l’entusiasmo iniziale appare affievolito. I sondaggi più recenti vedono PAS al 25,8% nei consensi, rispetto al 52,8% ottenuto nel 2021. Le cause principali vanno ricercate nelle difficoltà economiche, nella mancanza di progressi concreti su riforme promesse, nella lentezza del contrasto alla corruzione e forti pressioni esterne dovute alla guerra in Ucraina.
I PRINCIPALI BLOCCHI POLITICI IN CORSA Pro-Europa: PAS e l’Alternativa Bloc PAS (Partito Azione e Solidarietà) Pro-UE, riformista, anti-corruzione. Rischia di perdere la maggioranza e potrebbe essere costretto a una coalizione.
Alternativa Bloc Nuovo soggetto politico moderato, pro-europeo ma critico verso PAS. Include figure note come il sindaco di Chisinau Ion Ceban, l’ex premier Ion Chicu e il giurista Alexandr Stoianoglo. È visto come possibile ago della bilancia, ma il passato ambiguo dei suoi membri suscita dubbi.
Pro-Russia: blocchi e figure chiave Blocco della Vittoria (Victory Bloc) Creato nel 2024, guidato da esponenti legati a Ilan Shor, latitante per corruzione. Fortemente filorusso, propone un modello federale che darebbe ampi poteri a regioni come Transnistria e Gagauzia. Il blocco è stato escluso dalle elezioni dalla Commissione elettorale, ma la decisione è oggetto di ricorso.
Blocco dei Comunisti e Socialisti Coalizione di sinistra con tendenze sovraniste, guidata dall’ex presidente Igor Dodon (accusato di corruzione e sotto processo). Ha attenuato la sua opposizione all’UE, ma propone relazioni più strette con Mosca e energia a basso costo.
Partito del Nostro Popolo (Our Party) Movimento populista guidato da Renato Usatii, che si presenta come alternativa sia pro-Russia che a pro-PAS. Potrebbe ottenere il 5% necessario per entrare in parlamento e diventare decisivo per una coalizione.Interferenze e rischi geopolitici La Moldova è da anni terreno fertile per la disinformazione russa, attacchi informatici e tentativi di destabilizzazione. Le autorità moldave e l’UE temono che il Cremlino possa intensificare i tentativi di manipolazione, come accaduto durante le elezioni presidenziali del 2024 e il referendum costituzionale sull’UE.
La presenza di truppe russe in Transnistria, regione che non riconosce l’autorità di Chisinau, resta una minaccia per la traiettoria pro-europea e filo-atlantica. Concretamente, in caso di una svolta favorevole alla compagine filo-russa, la regione potrebbe de facto diventare una base avanzata sul fianco orientale della NATO.
PAS rimane in testa nei sondaggi, ma con un margine ristretto. Una coalizione sarà quasi inevitabile, e l’alleanza con partiti minori pro-UE o neutri sarà cruciale.
Il rischio di un parlamento frammentato potrebbe rallentare o bloccare il processo di adesione all’UE.