Roma, 29 mag. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato in via definitiva le modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
Il provvedimento era in seconda lettura. Di iniziativa parlamentare (prima firmataria Michela Vittoria Brambilla, deputata del gruppo misto), il ddl aveva ottenuto firme e sostegno bipartisan nell’altro ramo del Parlamento.
Il relatore Manfredi Potenti (Lega) ha spiegato sinteticamente con queste parole lo spirito dell’innovazione legislativa: “Il testo del disegno di legge n. 1308, adottato come testo base e già approvato dalla Camera dei deputati, nel dettaglio si dispiega con la modifica anzitutto della rubrica del titolo IX-bis del libro secondo del codice penale. Questa è forse la parte che racchiude la novità più importante e che riassume la filosofia di tutto il testo, ovverosia l’intenzione di dedicare direttamente agli animali, e non più al sentimento che l’uomo prova per gli animali, il contesto degli articoli del titolo IX-bis. Gli animali saranno direttamente portatori di diritti e saranno destinatari della tutela giuridica prestata dalle nostre norme”.
“Una grandissima vittoria per l’Italia e per tutti coloro che amano gli animali e li vogliono vedere rispettati”. Così Michela Vittoria Brambilla, deputata di Noi Moderati e presidente della Lega italiana per i diritti degli animali e dell’ambiente, commenta la riforma sui reati contro gli animali che porta il suo nome, appena approvata in via definitiva dal Senato.
“Una legge attesa da più di vent’anni, che finalmente inasprisce le pene a carico di chi commette crimini atroci nei confronti degli animali, mettendo sostanzialmente fine alla pressoché totale impunità che ha regnato finora”, spiega la deputata.
“Cambia finalmente la prospettiva – prosegue Brambilla -: il titolo IX del codice penale non tutelerà più il sentimento dell’uomo per gli animali ma direttamente gli animali, vittime dei reati, esseri senzienti. Nei casi più gravi chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60 mila euro di multa, se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze. In caso di maltrattamento si prevede la reclusione fino a due anni e 30mila euro di multa. Tutte le pene potranno essere ulteriormente aumentate di un terzo, in presenza di una tra queste tre aggravanti: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali, se sono diffusi attraverso strumenti informatici e telematici. Basterà partecipare ‘a qualsiasi titolo’ a combattimenti e competizioni tra animali per rischiare fino a 2 anni di reclusione e una multa di 30 mila euro, mentre per gli organizzatori si passa a una previsione di carcere fino a quattro anni e 160mila euro di sanzione. A chi abitualmente organizza combattimenti tra animali ed esercita il traffico di cuccioli potranno essere applicate le misure di prevenzione previste nel codice antimafia, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Di particolare rilievo l’introduzione a livello nazionale del divieto di tenere il cane alla catena e la norma procedurale che consentirà alle associazioni di ottenere l’affido definitivo, dietro cauzione, degli animali sequestrati. Norme che proiettano l’Italia all’avanguardia nella difesa degli animali e quindi nella civiltà che si misura anche dalla volontà e dalla capacità di tutelare chi non ha voce”.
“Si tratta di un passo avanti di portata storica – conclude Brambilla – una riforma attesa da vent’anni, un grande traguardo di cui dobbiamo tutti essere fieri. Ed io ringrazio il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi e la premier Giorgia Meloni per avere sempre creduto in questa riforma, in nome di tutti gli italiani”.