La più grande paura di Wall Street è l’inflazione

Goldman Sachs prevede che l'economia statunitense spiccherà il volo facendo registrare un più 8% alla fine del 2021.

I timori che l’anno passato, a causa del Coronavirus, hanno sconvolto Wall Street , sembrano ormai passati.

La crisi sanitaria non è finita, ma gli investitori sono sempre più fiduciosi che lo sarà presto.

Goldman Sachs prevede che l’economia statunitense spiccherà il volo facendo registrare un più 8% alla fine del 2021. Sarebbe la crescita del PIL più rapida dal 1965.

Ora, però, i pericoli, secondo gli investitori esperti, sono rappresentati da una possibile iperinflazione e da un aumento dei rendimenti obbligazionari.

Infatti secondo fonti autorevoli, lo tsunami di stimoli monetari e fiscali, insieme all’imminente aumento della velocità di trasmissione monetaria mentre l’economia mondiale esce dai lockdown porterebbe a un surriscaldamento economico senza precedenti.

Così, anche se la fiducia sta crescendo, grazie al lancio dei vaccini, all’allentamento delle restrizioni e al supporto senza precedenti da parte del governo federale, i timori non sono del tutto sopiti.

E anche se gli economisti sono molto ottimisti, soprattutto perché lo zio Sam sta fornendo molto più sostegno all’economia di quanto molti pensassero fosse probabile solo pochi mesi fa, rimane il grande timore per la ripresa dei un’inflazione fuori controllo.

Anche perché, nel corso della scorsa estate la Federal Reserve americana ha adottato un cambio di strategia che prevede che i tassi di interesse non vengano alzati anche quando l’inflazione supera la soglia del 2% e finché la disoccupazione non abbia raggiunto un valore valutato sufficientemente basso.

Questo significa che la Fed potrebbe non rispondere subito ad un aumento dell’inflazione sopra il 2%. Scenario, questo, che non rende tranquilli gli investitori americani.