Cesare in questo autunno esce poco da casa, l’età avanzata e il clima che in città si è fatto troppo umido consigliano il tepore del caminetto alle passeggiate al Foro. I terreni oltre il Tevere, gli Orti di Cesare, ospitano da tre anni la regina Cleopatra con tutta la corte sua, ma i contadini che curano i giardini, i frutteti e gli orti, sono tutti uomini di Cesare, sabini fidati e leali.
Uno di loro è divenuto liberto, sa leggere e scrivere, a lui Giulio Cesare ha affidato il compito di seguire ogni giorno la regina Cleopatra in ogni suo spostamento, confidenza, incontro, e financo il pettegolezzo degli egiziani. Costui a cui fu dato il nome di Cornelio Speculor (Cornelio lo spione) ogni settimana rientrava a casa di Cesare a riferire quello che aveva osservato lui stesso o i contadini.
Speculor e il mistero dell’“homo araneae”
Questa settima Speculor non trova le parole per riferire quanto ascoltato dalla stessa regina Cleopatra/Meloni in un incontro con la plebe sua. C’è una frase che gli ronza in testa ma di cui non capisce il senso: “..lo dice pure l’uomo ragno, che da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Come spiegarlo a Cesare? E chi è l’uomo ragno (homo araneae)?.
“Entra Speculor”v – dice Cesare – e dimmi che va dicendo la regina Cleopatra/Meloni in giro per la città?”
Oh Divo Cesare – risponde Speculor – sono stato come mi hai comandato, ad un comizio con la plebe sua, egiziani e qualcuno dei latini; la regina ha cantato le meraviglie del governo e di quello che farà, che servono più sesterzi ma ce la farà anche con quello che ha, che non aumenta le tasse e poi ha parlato di un uomo ragno..
“Che dici?” – urla Cesare per cercare di capire meglio, un po’ sordo lo è davvero, convinto di aver capito male.
“Cesare – risponde timido Speculor – scusami ma ho scritto proprio sulla tavoletta di cera…uomo ragno ha detto e che costui sembra essere filosofo perché dice che da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.
Lo stupore e la voce di Domina Giulia
Cesare si volge verso i senatori e i famigli che stanno con lui chiedendo: “Qualcuno di voi sa chi è questo uomo ragno?”.
Silenzio.
Domina Giulia dalla stanza accanto risponde a sorpresa.
“È un uomo che punto da un ragno si muta. Fa le ragnatele e vola tra gli edifici”.
“E tu come lo sai? chiede sospettoso Cesare.
“Certamente marito mio –risponde Domina Giulia – ricordi Servilia che tanto servizio ti rese, ebbene lei ha una parente che ha sposato uno di quelli del mondo al là del grande mare, da dove viene il nuovo alleato di Cleopatra. Lei mi ha raccontato questo mito dell’uomo ragno”.
Vecchi miti
I romani per gli insetti non ha una grande simpatia nel panteon loro non ci sono a parte le laboriose api e le infaticabili formiche. Questa stranezza li rende diffidenti.
“Mah, io questa frase l’ho già sentita. Dove l’ho sentita?”- Si chiede Cesare.
“In Sicilia, risponde il senatore Crasso, quando eravamo lì, hanno raccontato la storia della spada di Damocle, finendo con questa frase”.
Ah, vabbè! Stamo messi bene allora! – commenta Cesare in dialetto romano. “S’è rivenduta un mito della magna Grecia” .
“La regina Cleopatra – prosegue Cesare – non ti conosce, oh Marco Tullio Cicerone, è questo è un vantaggio per noi, che invece ti conosciamo ed apprezziamo molto, e quando facciamo comizi tra la plebe rammentiamo le frasi tue e dei tuoi pari” .
“Finché la regina Cleopatra – osserva il senatore Liburnio –va a cercare come esempi di cotanta conoscenza e sapienza un mito di quelli delle terre lontane, non ci dobbiamo preoccupare, mi spiace solo che sta al governo dell’impero”.
“Non ti corrucciare Liburnio – risponde Cicerone – proprio io ho detto: “La vera gloria mette radice, anzi si estende, mentre tutte le false pretese cadono come fiori: una finzione non può durare. E l’homo araneae non è forse una finzione?”.
A queste argute parole di Cicerone tutti risero, anche il liberto Speculor che non aveva capito molto. Cesare, svanito lo charme della regina Cleopatra/Meloni, aveva scoperto che gli egizi erano sì valenti studiosi di scienza medica ed astronomia, ma difettavano in tutte quelle altre che servono per governare.

