La Regione Lazio porta nella Capitale l’immenso patrimonio documentale dell’Archivio Flamigni

Lo spazio MEMO sarà aperto per la consultazione dei documenti a partire dal 15 febbraio

La Regione Lazio porta nella Capitale l’immenso patrimonio documentale dell’Archivio Flamigni, uno dei più importanti centri di documentazione nazionali, specializzato nello studio della storia dell’Italia Repubblicana, in particolare degli eventi legati a terrorismo, stragi, eversione politica, mafia e criminalità organizzata.

Fondato nel 2005 a Oriolo Romano da Sergio Flamigni, saggista, partigiano, deputato e poi senatore del PCI, e diretto da Ilaria Moroni, l’Archivio è stato trasferito, grazie all’impegno della Regione Lazio, presso “MEMO, Spazio di storia e memorie”, il nuovo spazio regionale situato a Garbatella, uno dei quartieri più significativi della storia della Resistenza romana.

MEMO è frutto del lavoro di riqualificazione per il recupero dei locali Ater di piazza Bartolomeo Romano: un punto facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (è ad appena 450 metri dalla fermata della metro B Garbatella), a poca distanza da via Ostiense e dalla Circonvallazione Ostiense, due arterie principali di questo quadrante della Capitale, e in prossimità di diversi centri e punti d’aggregazione universitari.

Lo spazio ospita al piano terra una reception, dove i ricercatori verranno accolti su prenotazione, e una sala lettura da 14 posti per la consultazione dei documenti. Il piano seminterrato accoglierà invece la sala archivio dove sarà conservato il patrimonio documentale. Per la realizzazione dello spazio, la Regione Lazio ha investito oltre 320 mila euro tra fondi europei e risorse regionali ed è previsto un impegno di gestione di circa 120 mila euro all’anno.

Lo spazio MEMO sarà aperto per la consultazione dei documenti a partire dal 15 febbraio, su appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17, sarà gestito dalla società in house LAZIOcrea s.p.a. e vedrà la collaborazione dell’Istituto di studi giuridici Arturo Carlo Jemolo.

Con la nascita di MEMO, la Regione inaugura un nuovo centro culturale a disposizione della cittadinanza, uno spazio di formazione, didattica e incontri, che ospiterà seminari, convegni, presentazioni, esposizioni per conoscere e approfondire gli eventi e i protagonisti della storia del Novecento italiano. Grazie alla sinergia con la vicina Biblioteca Moby Dick, l’hub culturale della Regione Lazio di Garbatella, prenderà il via un ricco calendario di appuntamenti, anche in presenza, non appena le disposizioni governative in materia di contenimento dell’epidemia da Covid-19 lo consentiranno.

Attualmente, il Centro conserva l’archivio di Sergio Flamigni e i fondi archivistici di: Emilia Lotti, dirigente nazionale dell’Unione donne in Italia e del PCI; Piera Amendola, responsabile dell’archivio della Commissione P2; Aldo Moro, il cui versamento completa e arricchisce il patrimonio archivistico del politico conservato presso l’Archivio centrale dello Stato;  Angelo La Bella, partigiano, dirigente del PCI, studioso della strage di Portella della Ginestra; Giuseppe De Lutiis, storico del terrorismo e dei servizi segreti.

L’Archivio Flamigni cura anche il fondo archivistico di Giuseppe Zupo, difensore di parte civile nel processo per gli omicidi Reina, Mattarella e La Torre-Di Salvo, del giornalista RAI Alberto Mentasti e il fondo librario di Giorgio Lotti, tutti di proprietà dell’Istituto di studi giuridici Arturo Carlo Jemolo.