Città del Vaticano, 14 mar. (askanews) – Nel ricovero al Gemelli, oggi Papa Francesco, dopo una notte tranquilla, ha proseguito le attività prescritte dai medici “come nei giorni precedenti”, ovvero “riguardo la situazione medica non ci sono novità rispetto a ieri: la situazione è stazionaria”. Lo fa sapere la Sala stampa Vaticana. Anche le terapie e la ventilazione segue lo stesso schema degli ultimi giorni: “Fisioterapia motoria la mattina e respiratoria il pomeriggio, in alternanza tra alti flussi e ventilazione meccanica”. Oggi Bergoglio ha seguito da remoto gli Esercizi spirituali in corso in Aula Paolo VI in Vaticano. Questa sera è atteso un nuovo bollettino medico in cui sono attesi elementi più precisi sulla situazione. Fonti vaticane, inoltre, spiegano che durante il ricovero al Policlinico Gemelli di Roma Papa Francesco riesce a muoversi e camminare “come ha fatto sempre”, spostandosi “a volte con più assistenza, altre con meno”.
Oggi è un mese che il Pontefice è ricoverato al Gemelli: era il 14 febbraio scorso quando entrava nell’appartamento al decimo piano del nosocomio “per alcuni necessari accertamenti diagnostici e per proseguire in ambiente ospedaliero le cure per la bronchite tutt’ora in corso”. Il 18 febbraio la tac dimostra “l’insorgenza di una polmonite bilaterale”, il 22 la prima crisi respiratoria, “con l’applicazione di ossigeno ad alti flussi, e una piastrinopenia associata ad un’anemia che richiede la somministrazione di emotrasfusioni”: “La prognosi è riservata”, decidono i medici. Il 23 febbraio compare “una iniziale, lieve, insufficienza renale”, risolta in pochi giorni, mentre il 27 fonti vaticane fanno sapere che Papa Francesco “è uscito dal momento più critico” e si è tornato al “quadro complesso”. Il giorno dopo, però, il 28 febbraio, c’è una nuova “crisi isolata di broncospasmo” che determina “un episodio di vomito con inalazione e un repentino peggioramento del quadro respiratorio”, e ancora il 3 marzo si verificano altri “due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo”.
Nei giorni successivi il quadro clinico, se pur ancora complesso, lentamente si stabilizza e le terapie fanno il loro effetto. Il 10 marzo i medici sciolgono la prognosi, ma per il rientro del Papa a Santa Marta, precisano, “ancora è presto fare ipotesi”, perchè l’obiettivo resta evitare – almeno nel breve termine – una nuova ospedalizzazione. “Ci vuole tempo perché un corpo di 88 anni recuperi, anche a livello di energie e delle forze”, riferivano ieri fonti vaticane, mentre Bergoglio festeggiava dal Gemelli i 12 anni di Pontificato.