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La Voce del Popolo | La Premier di lotta e di governo.

La premier sembra trarre un certo conforto dai troppi nemici che si fa. Ma il metro di misura della sua azione di governo sta piuttosto nel consenso che ella attrae.

La piccola cronaca di questa campagna elettorale rende chiaro, fin troppo chiaro, che Giorgia Meloni non può recitare due parti nella sua stessa commedia. La pretesa di tenere insieme l’anima barricadiera e quella, diciamo così, più istituzionale finisce infatti per ingenerare equivoci di ogni sorta. E tanto più quando la prima di queste due anime rischia di diventare la più sensibile. 

La premier di lotta e di governo sembra trarre un certo conforto dai troppi nemici che si fa. Ma sbaglia. Il botta e risposta col governatore De Luca ha giovato più a lui che a lei. E le troppe libertà che si va prendendo Salvini non porteranno gran voti alla Lega ma fanno gran danno alla credibilità istituzionale della premier. Il fatto è che da un capo di governo ci si aspetterebbe sempre un tratto più istituzionale. 

E quando invece egli/ella mostra di volersi dedicare più alla polemica che alla cucitura ne rimette, se non il suo prestigio, almeno la sua capacità di farsi sentire fuori dalle mura della sua stessa tifoseria. A quanto pare l’asticella del partito di Giorgia è fissata al 26 per cento, la percentuale di due anni fa. Dovesse andar sotto, sarebbe la prova di un logoramento. Dovesse restare lì, sarebbe però più un pareggio che una vittoria. 

La sensazione è che la premier abbia accentuato quel suo profilo fin troppo battagliero per mobilitare i suoi cari. Impresa che forse potrebbe anche riuscirle. Ma il metro di misura della sua azione di governo sta piuttosto nel consenso che ella attrae al di là di quelle mura. Se neppure ci si prova, però, è ben difficile che ci possa riuscire.

 

Fonte La Voce del Popolo – 6 giugno 2024.

Titolo originale: | La Premier di lotta e le libertà di Salvini.

Articolo qui riproposto per gentile concessione del settimanale della Diocesi di Brescia.