È il giorno dopo. L’Europa ha sottoscritto un accordo. Meglio così. Prima si fa e meglio è. Ci saranno quelli che si lamenteranno. Normale. Gli accordi sono sempre vie di mezzo. Altrimenti non sarebbero tali. Ci sarebbe altrimenti sopraffazione dell’uno sull’altro. Importante è che sia stato sancito. Mette in moto una quantità elevata di denaro. Ciò è molto importante per l’economia.
Purtroppo il virus non demorde. Anche ieri ha sfortunatamente mostrato la sua dolorosissima presenza. Tutti pensavamo di poter ricominciare almeno qualche produzione, ma il segnale raccolto ieri sera ci paralizza. Saremmo costretti a consumare anche questo mese in una avvilizione ormai insopportabile. Ma non defletteremo. Il compito nostro, il primo compito nostro, è di liquidare il coronavirus. Costi quel che costi.
oggi, ci saranno tanti a protestare nei riguardi dell’accordo europeo. Sbagliano. Faccio presente solo, per rinverdire la memoria, che per decenni molte voci si levavano, nelle regioni del nord, contro la redistribuzione delle tasse nell’intero Paese. Sostenendo che i soldi del nord restassero al nord. Che le tasse del nord restassero al nord e che il sud organizzasse la sua economia con le tasse versate al sud.
Cosa dicono oggi gli Olandesi? I Finlandesi? I Tedeschi? Dicono che i debiti non devono essere spalmati all’intera Europa, ma che ciascun Paese se la sbrighi con i propri. In sostanza, la stessa logica, senza alcuna sbavatura, che sentivamo da Salvini e da Zaia in tempi recentissimi.
I moralisti, a parer mio, non vanno mai assolutamente ascoltati. Semmai smascherati. In fondo, questi sono bravi nell’indicare cosa devono fare gli altri, ma rasentano la vergogna quando dovrebbero dare l’esempio loro.
Intanto l’accordo europeo ha aperto un nuovo capitolo. L’ha solo aperto. Non sappiamo che destino avrà. Ha aperto la strada per i coronabond. Sarà una strada in salita. Difficilissima. Probabilmente troverà ostacoli insormontabili. Ma, come ho scritto qualche giorno fa, è l’unica che possa davvero connotare l’Europa con lettere maiuscole.
Auspichiamo che questa finalità venga colta, perché solo così troveremo parità tra tutti i cittadini europei. E gli spagnoli, i danesi, gli sloveni, saranno pur sempre spagnoli, danesi e sloveni, ma prima di tutto, universalmente, saranno europei. Come i molisani, i calabresi, i piemontesi, saranno sempre molisani, calabresi e piemontesi, ma prima di tutto saranno italiani.