Lo scenario che emerge dalle ultime evoluzioni del M5S (ok ad alleanze con i “partiti tradizionali”) e dalle prime uscite dei dirigenti PD non mi entusiasma. Ho visto positivamente la nascita del Conte Due: non esistevano alternative praticabili. Non ho però mai ritenuto che esistessero le condizioni per trasformare tale accordo di governo in una alleanza politica organica.
L’argomento convincente per la nascita del Governo (sbarrare la strada alla destra populista ed anti europea di Salvini) da solo non regge per motivare una alleanza di prospettiva. Le ambiguità del M5S sul piano dei valori fondamentali della democrazia sono ancora tutte presenti, pur se assistiamo a processi di trasformazione di una parte del Movimento.
Sconfiggere la destra populista di Salvini e Meloni rimane un obiettivo anche di prospettiva, naturalmente. Ma dubito che a questo fine sia utile una alleanza politica organica tra PD e M5S. Un PD “grillinizzato” con un M5S “meno movimento e più partito” non fanno una somma sufficiente – nè sul piano elettorale nè sopratutto su quello politico – per rappresentare una seria e credibile alternativa alla destra.
Inutile girarci attorno: manca all’appello tutto un mondo. Quello “popolare” e “liberal-democratico”.
Da questa consapevolezza – anche a fronte della difficile stagione che si apre per il Paese – occorre che chi si riconosce in questo mondo sappia derivare il coraggio di iniziative politiche nuove, plurali ed unitarie.