Roma, 25 mar. (askanews) – Un aperitivo al tramonto in compagnia degli amici sulla terrazza di casa, una cena speciale per vedere e commentare insieme la finale del programma del momento con i colleghi, il primo compleanno di un figlio circondati dagli affetti più cari. Queste sono solo alcune delle occasioni che ci ricordano come la casa sia, da una parte, un luogo intimo e accogliente in cui rifugiarsi dopo lunghe giornate di lavoro e, dall’altra, uno spazio in cui creare e custodire i ricordi più preziosi con le persone care. Ma qual è il valore dell’ospitalità oggi? Per alcuni è un’arte, un’occasione per accogliere e sorprendere gli ospiti; per altri, invece, una fatica a cui si rinuncia volentieri.
Per capire meglio questo fenomeno, HomeExchange, in collaborazione con Metrica Ricerche, ha condotto una survey per esplorare l’importanza dell’ospitalità per gli italiani, intervistando oltre 1000 persone. Qui di seguito, un breve riassunto dei principali risultati emersi dalla ricerca, che offre uno spaccato interessante sul rapporto degli italiani con l’ospitalità.
Ospiti a cena? Dipende tutto dall’età! Quanto spesso gli italiani organizzano incontri o attività sociali a casa? Il 36% degli intervistati lo fa occasionalmente, mentre un buon 26% dichiara di farlo spesso. Guardando alle differenze geografiche, il Sud e le Isole si confermano le zone più conviviali, con il 31% che ospita di frequente. Al contrario, Nord e Centro registrano la percentuale più alta di chi non invita mai nessuno, rispettivamente con il 19% e il 18%. Ma l’aspetto più curioso riguarda lo stato d’animo di chi ospita. Il 42% degli italiani accoglie gli ospiti con entusiasmo, ma questa percentuale schizza al 53% tra i giovanissimi dai 18 ai 24 anni. Con l’aumentare dell’età, però, l’entusiasmo tende a calare: nella fascia 55-64 anni, il 16% considera l’idea di avere ospiti più un fastidio che un piacere, mentre tra i più giovani questo valore si ferma appena al 5%.
Pianificatori vs. last-minute Non tutti vivono l’ospitalità allo stesso modo. C’è chi pianifica ogni dettaglio con largo anticipo per assicurarsi che tutto sia impeccabile e chi, invece, si affida all’improvvisazione dell’ultimo minuto. Ma quanti sono i veri perfezionisti dell’accoglienza? Solo il 26% degli intervistati dichiara di organizzarsi con cura per avere la casa in ordine e preparare un banchetto perfetto. Questa percentuale sale leggermente tra i 25-35enni (31%), mentre nelle altre fasce d’età si mantiene sempre tra il 22% e il 27%. La maggior parte degli italiani, quindi, preferisce un approccio più pratico: il 62% degli intervistati tende infatti a ottimizzare il tempo, organizzando le cose in modo semplice ed efficiente. E poi ci sono i veri last-minute: nella fascia 55-64, ben il 10% ammette di fare tutto all’ultimo momento, una percentuale decisamente più alta rispetto alle altre fasce (che oscillano tra il 2% e l’8%). Un atteggiamento che potrebbe derivare dall’esperienza e da un approccio più rilassato all’ospitalità.
Dall’igiene al cibo: le preoccupazioni degli italiani quando ospitano a casa Ma cosa preoccupa di più gli italiani quando devono accogliere ospiti? Su questo punto, le opinioni sono più variegate. Al primo posto c’è l’attenzione per l’igiene e la pulizia della casa, prioritaria per il 41% degli intervistati. Segue il desiderio di offrire un’ottima esperienza culinaria (26%), mentre il 16% ritiene fondamentale creare un’atmosfera accogliente e confortevole. Anche in questo caso, l’età fa la differenza: i più giovani (18-24 anni) sono i più attenti alla pulizia, con un 51% che la considera l’aspetto più importante. Gli over 65, invece, sembrano meno preoccupati da questo dettaglio (solo il 21% lo ritiene prioritario) e puntano tutto sul buon cibo, mettendo al primo posto la soddisfazione del palato dei propri ospiti.
A cena dagli altri: l’ospitalità tra galateo e contributo degli ospiti Eccoci arrivati a uno dei temi più delicati quando si parla di ospitalità: cosa e quanto portare quando siamo invitati a cena, con particolare attenzione alla divisione delle spese. Secondo il galateo, molto dipende dal livello di familiarità con l’ospite, e in generale è preferibile portare qualcosa di “accessorio”, come un dolce o un aperitivo, piuttosto che un piatto principale. In effetti, anche dal sondaggio di HomeExchange emerge che il 72% degli intervistati condivide questa visione: questa percentuale afferma di offrire sempre tutto quando invita qualcuno a casa, mentre solo il 9% preferirebbe che anche gli ospiti contribuissero con cibo o bevande.
L’ospitalità è alla base della filosofia di HomeExchange, piattaforma leader nello scambio casa con oltre 200.000 membri a livello mondiale e più di 8.000 solo in Italia. Fondata sul principio di accogliere qualcuno nella propria abitazione, HomeExchange promuove una forma di ospitalità basata sulla fiducia reciproca. Aprire le porte di casa propria a qualcuno conosciuto online, fidarsi completamente e fare tutto il possibile per rendere il soggiorno piacevole è un passo significativo. Gli HomeExchangers, da parte loro, sono noti per il loro impegno nel ringraziare l’ospite, lasciando la casa pulita (o anche più pulita), rispettando le regole della casa e prendendosi cura di animali e piante. In molti casi, gli ospiti lasciano piccoli regali o bigliettini di apprezzamento, sorprendendo i padroni di casa al loro ritorno. È proprio questa reciprocità che rende speciale l’esperienza di scambio casa, e da qui nasce l’idea di esplorare come gli italiani vivono l’ospitalità, anche nelle occasioni più semplici come una cena o un aperitivo.
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