Milano, 28 ott. (askanews) – La tecnologia il grande evento della nostra epoca, quello che ha impresso la pi forte accelerazione della storia umana, con esiti che non sappiamo esattamente quali saranno. Ma certo che gi ora influenza in modo totale la nostra vita e l’arte guarda al digitale cercando nuove espressioni. La mostra “Artificial Beauty” di Andrea Crespi un esempio interessante e consapevole di questo dialogo. “Il mio rapporto con il digitale – ha detto l’artista ad askanews – questa ambivalenza, quindi un amore e odio, una dipendenza e una necessit. il mio strumento principale di lavoro, di comunicazione, perch attraverso i social media in particolare ho la possibilit, attraverso il mio lavoro, di raggiungere un pubblico, di condividere il mio percorso, il mio lavoro: molte delle mie tappe importanti sono arrivate grazie proprio a questi strumenti”.
Il risultato una mostra, curata da Alisia Viola e Sandie Zanini alla Fabbrica del Vapore di Milano, che ragiona proprio sul rapporto tra la bellezza e l’illusione, tra l’umano e il non umano. Toccando anche i tanti lati imperfetti del mondo digitale. “La mostra nasce circa un anno fa – ha aggiunto Alisia Viola – quando appunto abbiamo proposto questa mostra fabbrica del vapore, quindi ecco, dotata da fabbrica del vapore, dal comune di Milano, e abbiamo immaginato un percorso immersivo, sensoriale, interattivo e partecipativo, proprio perch una tematica, quella che trattiamo, che ha bisogno di presenza, ma in generale l’arte ha bisogno di presenza, quindi questo dialogo tra uomo e opera”.
L’esposizione si concentra proprio sul punti di frizione, sulle ambivalenze, gioca con la bellezza di certe opere e il loro potenziale anche pericoloso a volte. Per rilanciare dei messaggi che, alla fine, sono radicati nell’umano. “La relazione con il digitale – ha detto ancora Alisia Viola – si declina attraverso svariate sfacettature e in molteplici visioni, in quanto sia strumento di realizzazione, quindi di creazione, sia al contempo anche di fruizione del suo lavoro. Le sue opere, che nascono dal concetto di neosintesi, dove linee infinite non si incontrano mai, vivono proprio nel rapporto con il digitale, quindi vanno fruite anche attraverso dei dispositivi mobili, quindi anche in questa forma la relazione con il digitale presente”.
E naturalmente ci sono le opere vere e proprie, da uno smartphone che ripete “Not Found” a immagini che si compongono all’infinito, statue di un Canova uscito dal futuro dei robot e messaggi che dicono “Everybody Change”, oltre che la presenza aleggiante di Warhol o Walter Benjamin, padri dell’idea di riproducibilit. “Ci sono tante citazioni in questa mostra – ha concluso Andrea Crespi – alcune pi evidenti, alcune meno: sempre il rapporto con il passato traslato in una dimensione futuristica, proprio parte della mia poetica. Quindi io attingo tantissimo dal passato e cerco di reinterpretarlo in una chiave pi contemporanea, pi vicina a quella che la societ in cui vivo”.
La mostra “Artificial Beauty” aperta al pubblico alla Fabbrica del Vapore fino al 25 gennaio.

