L’Avvenire, quotidiano d’ispirazione cattolica, da oggi è accessibile gratuitamente sul sito web. Lo annuncia stamane il direttore Marco Tarquinio nel suo editoriale, rimarcando il significato di questa decisione: “Il pane dell’informazione – si legge in apertura – proprio come il pane che portiamo sulle nostre mense non può mancare, neppure in tempo di Quaresima e di quarantene”. E subito appresso: “È anzi indispensabile soprattutto in una stagione come questa che stiamo attraversando: tempo di lotta comune contro un virus subdolo e mortalmente pericoloso per i più deboli, quel Covit-19 di cui abbiamo detto e scritto già molto e molto dobbiamo ancora capire”.
Indubbiamente, questa di Avvenire ê una scelta coraggiosa e bella. Significa lanciare un ponte verso chi avverte il bisogno di un’informazione qualificata e magari rinuncia al giornale perché nell’economia familiare anche le piccole spese di ogni giorno incidono sui conti di fine mese. È appunto un atto di coraggio che in tempi magri per la stampa compie un editore speciale – si tratta di una fondazione legata, come è noto, alla Conferenza episcopale italiana – per il quale non fa comunque eccezioni la regola universale delle entrate e delle uscite. È una scelta “semplice e onerosa”, puntualizza Tarquinio; dunque, per questo, è giusto definirla anche bella.
Viviamo questo tempo con la consapevolezza di ciò che l’emergenza significa. Non sono affermazioni vuote, quelle che fissano il valore di una prova, fino a ieri impensabile, destinata a lasciare un segno profondo nella vita democratica del Paese. I cristiani, in questo tempo, devono dare l’esempio. Ecco perché il gesto di mettere in comunione, se così possiamo esprimerci, il bene dell’informazione (notizie, commenti, proposte) che offre un quotidiano importante, aiuta a ben rappresentare un impegno di testimonianza attiva sul fronte della solidarietà e dell’amicizia civile. In questo senso, l’Avvenire è la punta di diamante di una generosa proiezione pubblica del mondo cattolico.
A conclusione dell’editoriale, Tarquinio usa parole che non lasciano affatto indifferenti perché noi tutti, se ci è consentito condividere un sentimento di generale valenza politica, “intendiamo fare la nostra comune parte di Avvenire”. L’Italia ha bisogno di unità e responsabilità. Dunque, ogni parte deve fare la sua…parte, pensando al bene comune di oggi e di domani. In questo sforzo di condivisione non ci può essere, evidentemente, la pretesa di assorbire tutto e tutti, ignorando la forza del pluralismo in democrazia. Noi pertanto siamo la “parte bianca” – colore ormai assegnato ad una storia di “democratici e popolari” di matrice cristiana – che intende concorrere alla rinascita dell’Italia.