Roma, 26 nov. (askanews) – L’Organismo Congressuale Forense(organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana) critica il disegno di legge sul femminicidio approvato in via definitiva e all’unanimità dalla Camera, definendolo “una risposta simbolica, l’ennesima di una serie infinita, che non inciderà sulla prevenzione della violenza e non salverà purtroppo nemmeno una vita. Si attribuisce, infatti, al diritto penale un compito di orientamento culturale e sociale che non gli è proprio. In più, appare evidente la tensione con i principi costituzionali, in particolare con l’art. 3 della Costituzione, che deriva dalla formulazione dei reati che diversificano la risposta sanzionatoria a seconda che le condotte siano commesse da una categoria di persone o da un’altra”.
“Si introducono, poi, nel codice penale, in violazione del corretto modo di legiferare, termini che hanno un evidente deficit di chiarezza e tassatività, addirittura ambigui e che lasciano al giudice un compito arduo al momento dell’applicazione. Tutto ciò aggrava il rischio di sovraesporre il giudice nel caso in cui la sentenza non sia corrispondente alle pulsioni e aspettative su base emotigena della collettività”.
“L’esperienza degli ultimi anni parla chiaro: nonostante il Codice Rosso e vari interventi analoghi i reati sono in crescita. La diminuzione dei reati può ottenersi soltanto sulla base di iniziative complessive che incidano sulla cultura dei giovani, sul significato del rispetto verso gli altri, eliminando cioè le cause del fenomeno e non attraverso l’uso improprio del diritto penale”, conclude l’Organismo Congressuale Forense.

