Roma, 5 nov. (askanews) – Nel primo semestre del 2025 la crescita dell’attività economica nel Lazio è proseguita a un ritmo moderato, in un contesto macroeconomico internazionale caratterizzato da un inasprimento delle politiche commerciali e da tensioni geopolitiche. L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) della Banca d’Italia segnala un aumento del prodotto dello 0,7 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente, un dato leggermente superiore alla media nazionale; la crescita ha perso d’intensità nel corso dei mesi primaverili.
Lo riporta l’ultimo aggiornamento “L’economia del Lazio”, pubblicato da Bankitalia, secondo cui i livelli di attività nella Regione sono stati sostenuti dalla domanda estera e dalla spesa per investimenti, sia pubblica sia privata; i consumi sono aumentati soltanto lievemente.
L’andamento dell’industria è stato trainato dalla forte espansione delle esportazioni; in particolare, si legge, i prodotti farmaceutici hanno beneficiato degli anticipi di acquisto dagli Stati Uniti, dettati dal timore di nuove misure tariffarie.
Nel comparto delle costruzioni l’attività è leggermente calata, condizionata dalla rimodulazione degli incentivi fiscali ai lavori privati; è invece proseguita la crescita dei lavori pubblici, sostenuti dalle opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Giubileo della Chiesa cattolica. Nel settore terziario il commercio ha risentito della dinamica modesta dei consumi; i maggiori arrivi legati agli eventi giubilari hanno tuttavia avuto un impatto positivo sulla spesa dei turisti stranieri. Un andamento più favorevole ha caratterizzato i servizi alle imprese.
Le condizioni economiche e finanziarie del settore produttivo sono rimaste positive. Pur in presenza di una liquidità ancora abbondante, prosegue Bankitalia, le imprese hanno aumentato la domanda di credito a sostegno degli investimenti, favorita anche dalla discesa del costo dei finanziamenti. I prestiti bancari sono pertanto tornati a crescere, sebbene l’aumento si sia concentrato fra le grandi imprese di alcuni comparti. La qualità del credito al settore produttivo è rimasta invariata, con un tasso di deterioramento che tuttavia è risultato ancora superiore alla media nazionale.
La crescita dell’occupazione è proseguita a un tasso ancora sostenuto, solo leggermente inferiore al complesso del Paese. La componente alle dipendenze è aumentata in misura superiore rispetto a quella autonoma; la dinamica è risultata più accentuata nei settori del commercio, alloggio, ristorazione e trasporti. Il tasso di attività è rimasto stabile, mentre quello di disoccupazione si è ridotto.
Secondo Bankitalia, l’andamento favorevole dell’occupazione si è riflesso in un incremento del reddito disponibile delle famiglie. La crescita del potere d’acquisto, in linea con la dinamica nazionale, è stata tuttavia frenata dalla risalita dell’inflazione. I consumi sono aumentati in misura contenuta, riflettendo un atteggiamento di prudenza nelle decisioni di spesa. L’indebitamento delle famiglie è cresciuto a un tasso leggermente superiore a quello registrato alla fine del 2024, sostenuto dalla ripresa della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni.
Gli indicatori disponibili prefigurano una moderata crescita per la parte restante dell’anno. L’attività economica continuerebbe ad essere sospinta dalle opere pubbliche e dagli investimenti delle imprese, a fronte di un indebolimento della domanda estera. La spesa in conto capitale è prevista in aumento anche nel 2026, in particolare quella finalizzata all’innovazione tecnologica, nonostante il clima di forte incertezza legato all’inasprirsi delle tensioni commerciali internazionali.

