Lo scorso sabato 10 maggio, alle ore 18:00 la Società San Paolo ha celebrato la Messa per la festa delle Suore di Gesù Buon Pastore (le “Pastorelle”) all’interno della Famiglia Paolina, fondata dal Beato Don Giacomo Alberione il 7 ottobre 1938, il cui specifico carisma è la partecipazione alla missione pastorale di Cristo, espressa nella collaborazione con chi si dedica alla cura religiosa delle comunità e in comunione con i pastori della Chiesa. Dunque, edificare comunità cristiane tramite l’apostolato, nel solco del più ampio carisma Paolino impresso dal fondatore Don Giacomo Alberione: trasmettere a tutti Cristo, Via Verità e Vita, con i mezzi di comunicazione che i tempi offrono.
La Messa, solennemente officiata da più sacerdoti e partecipata da una folta assemblea di religiosi e fedeli laici, è stata presieduta da Don Roberto Ponti, superiore Paolino per la Provincia Italia.
Don Roberto ha focalizzato l’omelia sulla persona di Gesù che si propone vero Buon Pastore, perché conosce e chiama per nome le sue pecore una ad una, per portare sulle spalle quella ferita e condurre il gregge a pascoli erbosi: allegoria che ricorda l’esortazione di Papa Francesco ad avere addosso “l’odore delle pecore”, a stare in mezzo alla gente per curare e aiutare.
Don Roberto ha ricordato come Gesù denunci i falsi profeti, riconoscibili dall’esercizio del dominio, non del servizio al gregge; mentre Gesù viene a “spezzare quei recinti” […] in particolare “degli algoritmi che decidono al posto nostro cosa vedere, cosa desiderare, cosa pensare, imprigionandoci in bolle che soffocano la libertà. È il recinto della paura del futuro, che paralizza soprattutto i giovani, rendendo difficile ogni scelta duratura. È il recinto della vocazione dimenticata, della vita vissuta nel frattempo, senza slancio, senza dono”.
Don Roberto, ancora, invita ad accogliere Papa Leone XIV per il richiamo alla pace e all’edificazione di ponti come base della nuova missione della Chiesa, a fare della propria vita un dono alla stregua di quanto insegnava Papa Francesco. Il quale ci sollecitava, infatti, ad operare “come Don Giacomo Alberione, nostro padre e maestro, che ha guidato la Famiglia Paolina non nei recinti, ma sulle strade del mondo” alla sequela di Cristo, così da essere responsabili alla Sua chiamata pastorale, “lungo i sentieri della verità e della vita, con amore e sacrificio” (Don Giacomo Alberione).
A conclusione dell’omelia, c’è stato l’affidamento a Maria Regina degli Apostoli, la cui intercessione materna può aiutare i discepoli di oggi a rinnovare il cammino proprio e della Chiesa stessa.
Vincenzo Martorana
(Centro Culturale della Società San Paolo)