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domenica, 10 Agosto, 2025
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Legambiente: in sette mesi bruciati 56.263 ettari di territorio

Milano, 10 ago. (askanews) – “Non si scherza con il fuoco” è questa la frase che da questa mattina appare sul maxischermo di Festambiente a Rispescia (Gr). Da qui, dal suo festival nazionale in programma fino a questa sera 10 agosto in Maremma, Legambiente lancia i dati aggiornati del suo report “Italia in fumo” e un appello contro l’emergenza incendi, sempre più cronica, che sta colpendo a più riprese diversi territori del Paese, da ultimo il cuore del Parco nazionale del Vesuvio. L’incendio divampato in questa area, sottolinea l’associazione ambientalista, è un colpo al cuore e un fatto grave che deve richiamare tutti all’ordine e a interventi rapidi. In Italia dal 1 gennaio al 31 luglio 2025 si sono verificati 851 roghi che hanno mandato in fumo 56.263 ettari di territorio pari a ben 78.800 campi da calcio. Dati preoccupanti, frutto di analisi e rielaborazione di Legambiente su dati EFFIS (European Forest Fire Information System), che costano al Paese un triste record: a fine luglio è stata superata così la superfice bruciata nel 2024 che era stata di 50.802 ha con 1.515 incendi.

Di fronte a questo quadro Legambiente torna a ribadire l’urgenza di investire sulla prevenzione e su politiche integrate con piani forestali e di adattamento ai cambiamenti climatici. Ad essere minacciate dai roghi sono sempre più anche le aree protette: da inizio anno al 31 luglio sono andati in fumo ben 18.700,53 ettari di aree Natura 2000 in 253 eventi incendiari. Per Legambiente l’Italia non può permettersi di perdere il suo patrimonio verde. Le aree protette sono importanti custodi di ecosistemi e biodiversità, formidabili attrattori turistici, e culla di buone pratiche sostenibili come dimostrano i 7 vincitori del Premio Parchi Emissioni Zero che l’associazione ambientalista premierà questa sera a Festambiente. Dalle Dolomiti Bellunesi, leader nella raccolta differenziata all’apiario di comunità di Castel Del Giudice, in Molise, al Parco nazionale dell’Asinara che ha istituito il responsabile Acquisti verdi dell’Ente, solo per fare qualche esempio.

“Dalla California, alla Francia, all’Italia – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’emergenza incendi non dà tregua. La cosa preoccupante è che nel nostro Paese questa emergenza è ormai sempre più cronica. Per questo oggi da Festambiente lanciamo un forte appello ricordando che per contrastare i roghi è fondamentale adottare un approccio integrato basato su prevenzione, rilevamento, monitoraggio e contrasto attivo. I piani antincendio boschivo da soli non bastano perché serve una integrazione con i piani forestali e con i piani di adattamento ai cambiamenti climatici che sono fondamentali per tutelare la natura e la biodiversità dei parchi. Inoltre, gli incendi si contrastano anche con l’applicazione piena della legge a partire dall’aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco ed estendendo le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo”.

Tornando ai dati aggiornati del report “Italia in fumo”, Legambiente fa notare anche l’impennata dei roghi che c’è stata nelle ultime due ultime settimane di luglio. Se in Italia da inizio anno al 17 luglio 2025 il totale di ettari bruciati è stato di 30.988 ha (43.400 campi da calcio) e 653 roghi, dal 17 al 31 luglio sono andati in fumo 25.275 ettari e i roghi sono stati 198.

“L’incendio divampato nel Parco nazionale del Vesuvio, che per altro ha da poco compiuto 30 anni di storia, – commenta Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente – ci ricorda ancora una volta quanto i parchi siano minacciati dall’attività antropica. Roghi, ma anche crisi climatica e perdita biodiversità, sono tra le principali minacce che rischiano di renderle sempre più fragili. Per questo è fondamentale tutelare e proteggere queste aree e avviare un poderoso cambio di passo per attivare una governace integrata e politiche territoriali efficaci e coerenti anche con la transizione ecologica e gli obiettivi globali su clima e biodiversità. Non dimentichiamo che le aree protette sono un formidabile attrattore turistico, sono culla di buone pratiche come quelle che raccontiamo da cinque anni con il Premio Parchi Emissioni Zero e che rappresentano un’opportunità per promuovere la bioeconomia circolare e sostenere le produzioni di qualità, tutelare la biodiversità e dare spazio a un’economia low carbon”.