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domenica, Febbraio 23, 2025
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L’equilibrismo all’Onu sulla guerra in Ucraina danneggia l’immagine dell’Italia

La responsabilità di Tajani e Meloni sta nel fare esattamente l’opposto, ovvero compiere una scelta chiara. Non puntare tutto sull’asse franco-britannico significa indebolire la posizione strategica dell’Europa.

Domani all’ONU, secondo quanto riportato stamane dal Corriere della Sera, si discuteranno due diverse risoluzioni sull’Ucraina. Da una parte quella americana – che non menziona l’aggressione e risulta congeniale alla Federazione Russa – e, dall’altra, quella di Kiev, fortemente sostenuta da Francia e Gran Bretagna. Quest’ultima ribadisce la condanna dell’aggressione russa e la difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina. In questo scenario, l’Italia potrebbe votare entrambe le risoluzioni, cercando così di sfuggire alla morsa dell’alternativa. Ma questa scelta scivola fatalmente verso una rappresentazione pilatesca della condotta italiana al Palazzo di Vetro. Apparirebbe un contorsionismo politico destinato a compromettere la credibilità del nostro Paese.

La responsabilità di Tajani e Meloni sta nel fare esattamente l’opposto, ovvero compiere una scelta chiara. Non puntare tutto sull’asse franco-britannico significa, in sostanza, indebolire la posizione strategica dell’Europa, facendo di Roma una “capitale basculante”, vale a dire oscillante tra Bruxelles e Washington. Purtroppo, senza una linea politica ben definita. Il voto doppio, infatti, potrebbe tradursi nel rinunciare a una posizione inequivoca sul concetto di aggressione e sul riconoscimento delle cause del conflitto, smontando il diritto dell’Ucraina all’autodeterminazione.

Insomma, pur inseguendo una mediazione finalizzata alla pace, lo slalom del governo può mettere in luce una crisi di identità nella politica estera italiana. Nel momento in cui la coesione europea è più che mai necessaria, un’Italia che all’Onu si acconcia a votare mozioni opposte può essere facilmente percepita come priva di un orientamento strategico.

Tra Europa e Stati Uniti serve anche mediare, ma non su punti o questioni così decisivi. Non stiamo parlando di dazi. Spetta allora al governo adottare un comportamento che rafforzi l’Europa nel suo sforzo di mantenere fede al rapporto con l’Ucraina, sostenendo in questa fase di estrema delicatezza le ragioni della sua lotta per l’indipendenza e la sicurezza. Solo così l’Italia potrà ritagliarsi un ruolo che nel panorama internazionale ne garantisca l’affidabilità e la coerenza.