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mercoledì, 12 Novembre, 2025
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L’eredità politica e culturale del conservatorismo di Margaret Thatcher

Una riflessione a partire dal volume di sei saggi curati da Luca Bellardini per Liberilibri, nel centenario della nascita della Lady di ferro.

La casa editrice Liberilibri ci fa dono di una raccolta di sei saggi curati da Luca Bellardini che – a distanza di cento anni dalla nascita di Margaret Thatcher e a dodici dalla sua scomparsa – ne rievocano la figura di donna e di statista, considerando gli aspetti caratteriologici della persona e la sua visione olistica che somma politica, economia, etica, concezione antropologica e welfare.

Il volume ridefinisce per l’epoca – e rende ancora attuali – i concetti di conservatorismo e liberismo che una frettolosa agiografia ha consegnato ai posteri in modo semplificato. Ne emerge un’eredità complessa, di cui vengono colte le sfaccettature più significative, restituendo il profilo di un pensiero solido, ancorato alle radici e capace di dialogare con la modernità.

Tradizione, radici e globalizzazione

L’essere “conservatore”, in un mondo che cambia troppo rapidamente e in modo convulso, rimanda oggi ai valori della tradizione e dell’appartenenza. È un richiamo alle radici culturali come difesa da un processo di globalizzazione e di omologazione spesso privo di ideali e riferimenti alti.

I contributi raccolti nel volume offrono un affresco di alto livello, utile anche per distinguere – nel campo della destra politica – tra populismi emergenti, nazionalismi autarchici e un autentico liberismo economico fondato sullo spirito imprenditoriale e la tutela dell’identità nazionale.

La Lady di ferro e la sua dottrina

Negli undici anni e mezzo di governo del Regno Unito (4 maggio 1979 – 28 novembre 1990), l’avvocatessa e laureata in chimica, figlia di un droghiere, non mise mai in discussione la vocazione occidentale del Paese, pur manifestando un certo euroscetticismo.

Il thatcherismo – come ricordò il suo Cancelliere dello Scacchiere Nigel Lawson – è una piattaforma che enfatizza i mercati liberi, la spesa pubblica contenuta e i tagli fiscali, uniti a un saldo nazionalismo britannico. Nulla a che vedere con il populismo di Farage: piuttosto, una continuità ideale con il conservatorismo di Winston Churchill.

Una visione del mondo

Recenti riletture – come quella di John O’Sullivan su Formiche – ne sottolineano le virtù vigorose e decisive. L’attualità del thatcherismo consiste nella sintesi tra liberalismo e conservatorismo, una vera Weltanschauung.

La sua dottrina economica univa un welfare sostenibile alla tutela della libertà individuale, favorendo iniziativa e responsabilità. Persino Tony Blair, laburista, non si discostò molto da quella idea di Stato efficiente e sobrio. Accusata di eccessivo rigorismo, Thatcher seppe affrontare la crisi delle Falkland e lo sciopero dei minatori (1984-85) senza compromettere la coesione del Paese.

Testimonianze e ricordi

Rudi Bogni, italiano di successo nella City, la conobbe personalmente e ne ricordava la determinazione: “I suoi ministri la rispettavano e la temevano, pochi la amavano veramente per il suo fare imperioso, tranne Lord Tim Bell, che l’aveva aiutata a migliorare la propria immagine”.

Tra gli ispiratori della sua politica economica Bogni citava Keith Joseph, Alan Walters e Sir Douglas Hague. Rilevante anche la “politica della casa sociale per tutti”, la vendita agli inquilini delle abitazioni in affitto, e le privatizzazioni, quasi tutte coronate da successo.

Il giudizio di Giulio Andreotti

In un colloquio raccolto a Palazzo Giustiniani, Giulio Andreotti ne tracciò un ritratto acuto: “La Signora Thatcher è una donna molto ferma. Non esprime quella che uno pensa sia la dote femminile per eccellenza, la gentilezza. Non che sia scortese, tutt’altro, solo che usa più i sostantivi che gli aggettivi nel dialogo. È molto precisa. Bisogna essere attenti a come ci si esprime parlando con lei, altrettanto precisi”.

Un giudizio lusinghiero, che mette in risalto le qualità della Lady di ferro più che i suoi difetti, restituendola come figura ancora oggi interessante e attuale.