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venerdì, Marzo 21, 2025
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Libri | Il pacifismo tragico di Giuseppe Goisis

L’autore prova a sfatare il mito del primato della guerra e della violenza, mostrandone le connessioni con quell’Occidente che ha affermato la decisività della forza. Di seguito la presentazione dell’editore.

Ben pochi si sono dichiarati a favore della guerra, quasi nessuno si è proclamato amante della guerra, ma tutti sembrano desiderare ciò che solo con la guerra possono ottenere. Quando a Bismarck chiesero se, allora, voleva la guerra, rispose: “Ovviamente no. Voglio la vittoria!”. Molti capi politici vogliono lo stabilirsi di una pace gravata da vergognose ingiustizie, preferendo entrare nelle Nazioni altrui a poco a poco, senza incontrare resistenza.

Da questa paradossale confusione dei valori, dalla loro deformazione e commercializzazione prende avvio la riflessione del filosofo Giuseppe Goisis (1944 – 2023) in una delle sue opere magistrali EIRENE. Lo spirito europeo e le sorgenti della pace (Gabrielli editori 2000, disponibili pochissime copie) per tentare un più sottile discernimento, per cercare di tenere assieme le dimensioni della lucidità disincantata e della passione, che ci fa innamorati delle opere della pace. Goisis prova a sfatare il mito del primato della guerra e della violenza, mostrandone le connessioni con quell’Occidente che ha affermato, con ossessiva coerenza, la decisività della forza e, alla bilancia della forza, la decisività della propria potenza.

Tuttavia, e allo stesso tempo, dall’Occidente si distingue il miglior spirito europeo, giudicato ancora capace di percepire le grandi sfide storiche: non l’Europa soffocata dal costume mercantile, ma l’Europa dell’Umanesimo dell’altro uomo e della convergenza nella diversità: la “patria delle differenze” come ha messo in evidenza De Rougemont. In colloquio fitto con pensatori appassionati ed influenti (tra gli altri, S. Agostino, Pascal e Dostoevskij), si profila la singolare proposta di un “pacifismo tragico”, fondata su una visione non utilitarista dell’uomo, nemica di ogni semplificazione demagogica e pressappochista. Il pensiero di Giuseppe Goisis è sempre di estrema attualità, forse ancor più oggi rispetto all’epoca in cui fu pubblicato il libro: pone domande intense e provocatorie, ma anche il delinearsi di significative risposte, che consegnano l’intera questione della pace alla responsabilità, etica e politica, di ognuno.

 

Estratto – Sul “pacifismo tragico”
«Ho chiamato tale dimensione “pacifismo tragico”: tragico perché proteso al di là delle contraddizioni e delle smentite che la pace stessa può incontrare, nell’assiduo sforzo di incarnarsi nella storia; tragico, perché diviso tra la lucida percezione delle difficoltà che l’idea della pace incontra, in un mondo diviso e super-armato, e la passione generosa di trasformare il mondo. La scelta della pace implica, quindi, uno sforzo straordinario, orientato a rimettere in gioco gli equilibri del mondo così come si squadernano di fronte ai nostri occhi, rimettendo altresì in questione noi stessi, quel fondo oscuro che fermenta in ognuno di noi e che ci avvince, in una drammatica ragnatela di complicità, al fenomeno della guerra. Individualità e globalità non sono contrapponibili, ma si legano in modo inestricabile per quanto riguarda la ripulsa della guerra e la costruzione della pace.» (Giuseppe Goisis, Eiréne, p. 345)