Articolo a firma di Liliana Ocmin (edizione odierna di Conquiste del lavoro)
La data del 21 giugno rappresenta un momento storico importantissimo nel cammino verso l’eliminazione delle molestie e della violenza nei luoghi di lavoro che vede vittime, purtroppo, soprattutto le donne. Nella cornice della chiusura dei lavori della 108° Conferenza Internazionale dell’OIL, che ha visto la partecipazione di oltre 5.700 delegati tra rappresentanti di governo, dei lavoratori e datori di lavoro dei 187 Stati membri dell’OIL, è stata approvata a larga maggioranza una nuova Convenzione, accompagnata da una Raccomandazione, per porre un freno al dilagare della violenza e delle molestie nei diversi contesti produttivi. La nuova Convenzione ha registrato 439 voti a favore, 7 contrari e 30 astenuti, mentre la Raccomandazione ha totalizzato 397 voti a favore, 12 contrari e 44 astenuti. I rappresentanti hanno adottato, inoltre, in occasione del Centenario dell’Organizzazione, una Dichiarazione per incentrare in futuro il lavoro sulla persona, in linea con il messaggio di Papa Francesco ai partecipanti, in cui viene sottolineata l’importanza del lavoro non solo come fonte di reddito ma anche come mezzo per elevare la dignità della persona, elogiando in questo l’operato, l’impegno e l’esistenza stessa dell’OIL.
Da tempo il Coordinamento nazionale donne e la Cisl erano impegnati a supporto della Campagna promossa dal Comitato donne del sindacato internazionale Ituc proprio per sostenere e far adottare una Convenzione e Raccomandazione OIL che vincolasse tutti i paesi aderenti ad intraprendere iniziative concrete contro questo subdolo fenomeno. L’importanza del risultato, infatti, sta anche nella peculiarità dello strumento Convenzione, in quanto giuridicamente vincolante a livello internazionale, e della relativa Raccomandazione quale guida e orientamento nell’applicazione corretta delle norme e dei principi contenuti nella Convenzione stessa. Si è trattato di un percorso lungo e faticoso ma alla fine l’obiettivo che in tanti si erano prefisso è stato finalmente raggiunto.
La nuova norma, che si propone di proteggere tutti i lavoratori e le lavoratrici a livello globale, a prescindere dal loro status contrattuale, include anche il personale in formazione, in tirocinio e apprendistato, volontari, persone in cerca di lavoro, candidati al lavoro e parti terze. Riconosce, inoltre, come potenziali vittime anche coloro che esercitano autorità, doveri o responsabilità propri di un datore di lavoro.
La violenza e le molestie vengono ricondotte ad un insieme di comportamenti che mirano o possono provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici. Ora spetta agli Stati membri mettere in campo tutte le iniziative necessarie per assicurare in ogni luogo di lavoro tolleranza zero contro questi fenomeni.
Come Coordinamento nazionale donne salutiamo la firma di questo Trattato, primo del genere a livello mondiale, come una grande vittoria di civiltà. Aver trovato il giusto punto di condivisione tra tutti i delegati, per fare convergere i voti su un documento che rappresenta un altro passo in avanti per l’affermazione dei diritti di lavoratori e lavoratrici, soprattutto laddove ancora oggi il lavoro è sfruttamento e schiavitù, è un grande risultato e certamente non scontato. Le molestie e la violenza sul lavoro, purtroppo esistono, seppur a stadi differenti, in tutto il pianeta. Il nostro impegno futuro, oltre a portare avanti quanto stiamo facendo nei nostri territori in attuazione dell’Accordo Quadro europeo in materia, attraverso la conclusione di nuovi accordi e la nascita di nuovi sportelli di ascolto e servizi per le vittime, si dovrà concentrare sulla fase della ratifica per far sì che la Convenzione n. 190/2019 si traduca al più presto in provvedimenti concreti. Il Trattato, di fatti, entrerà in vigore solo 12 mesi dopo la ratifica di almeno due Stati membri.
Oggi, comunque, possiamo tranquillamente affermare che il mondo del lavoro si avvia ad essere un luogo più rispettoso della dignità di tutte e di tutti coloro che vi operano.