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mercoledì, 17 Dicembre, 2025
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L’Inps: 27 milioni di occupati, permane il gap salariale uomini-donne

Roma, 16 dic. (askanews) – Nel 2024 il numero di lavoratori dipendenti e indipendenti è risultato pari a 26.988.000, circa 362mila in più rispetto al 2023 (+1,4%) e 1,4 milioni in più rispetto al 2019 (+5,7%), anno pre-Covid . E’ quanto riferisce l’osservatorio dell’Inps, che integra i dati di tutti gli assicurati presso le diverse gestioni previdenziali Inps coprendo il 95% degli occupati regolari in Italia con le uniche eccezioni riguardanti i professionisti iscritti solo alle casse previdenziali degli ordini e poche altre tipologie di lavoro autonomo occasionale esentate da contribuzione.

Il numero medio di settimane lavorate nel 2024 risulta in linea con l’anno precedente (43,2 settimane contro 43,3) e superiore a quello del 2019 (42,9 settimane). Anche il reddito medio annuo da lavoro nel 2024, pari a 26.079 euro, è in crescita rispetto all’anno precedente (+2,2%) e, considerato un tasso di inflazione pari all’1%, la crescita reale è stata dell’1,1%.

L’andamento dell’occupazione secondo la posizione prevalente nel 2024 è molto diversificato: un incremento dei dipendenti nel loro complesso (privati, pubblici, domestici e operai agricoli) pari a +1,8% rispetto all’anno precedente e +7,7% rispetto al 2019; una diminuzione degli indipendenti (artigiani, commercianti, agricoli autonomi e occasionali) pari a -2,7% rispetto al 2023 e -10,2% rispetto al 2019; un incremento dei parasubordinati nel complesso (collaboratori, professionisti senza Cassa, dottorandi, amministratori) pari a +6,4% rispetto al 2023 e +26,4% rispetto al 2019.

Nel 2024 i maschi rappresentano il 56,2% dei lavoratori dipendenti e indipendenti, presentano un numero medio di settimane lavorate nell’anno pari a 43,7 e un reddito medio annuo da lavoro di 29.236 euro; per le femmine registriamo 42,6 settimane medie lavorate e un reddito medio annuo di 22.023 euro. Permane quindi un forte gender gap, anche se nel 2024 il reddito medio annuo da lavoro per le donne è cresciuto di più (+2,8%, contro +1,8% degli uomini).

I dati sul numero di lavoratori per classe di età mostrano che sono cresciuti maggiormente sia i giovani sotto i 30 anni di età (+2,8% rispetto al 2023 e +14,8% rispetto al 2019) che i senior con 50 e più anni di età (+3,2% rispetto al 2023 e +14,2% rispetto al 2019).

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, nel 2024 il 29,1% dei lavoratori (pari a 7,9 milioni) svolge l’attività nel Nord Ovest. A seguire il Nord Est con il 22,6%, pari a 6,1 milioni di lavoratori, il Centro con il 21,2% (oltre 5,7 milioni di lavoratori), infine il Sud con il 18,6% (5 milioni di lavoratori) e le Isole con l’8,4% (2,3 milioni di lavoratori).

Sempre con riferimento al 2024 osserviamo che 779.303 risultano al contempo lavoratori e pensionati, in quanto beneficiari di una pensione diretta di vecchiaia o anzianità con decorrenza ante 2024. I pensionati che lavorano rappresentano una quota pari al 2,9% dei lavoratori dell’anno nel complesso. Tale quota è maggiore tra gli autonomi (il 12,4% dei lavoratori autonomi è già pensionato) e i parasubordinati (il 10,6% dei lavoratori parasubordinati sono già pensionati) e minore tra i dipendenti (solo lo 0,9% dei dipendenti è già pensionato).

Nel 2024 i lavoratori con cittadinanza extra Ue sono l’11,9% del totale, in linea rispetto all’anno precedente quando rappresentavano l’11,5% dei lavoratori. Analizzando la loro incidenza per categoria le quote maggiori si riscontrano tra i domestici (il 53,9% dei lavoratori domestici è extra Ue) e tra gli operai agricoli (il 26,8% degli operai agricoli è extra Ue)