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martedì, 17 Giugno, 2025
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Lo scisma dell’Occidente: il G7 al bivio della storia

Trump divide, la Cina avanza, la Russia incalza. Dall’Ucraina a Taiwan, l’unità delle democrazie vacilla. Il G7 in Canada e la NATO all’Aia saranno la prova del nove. L’analisi del quotidiano cattolico francese firmata Jean-Sylvestre Mongrenier.

L’eredità fragile di Schengen geopolitico

Il vertice del G7 è iniziato domenica 15 giugno a Kananaskis, in Canada, nel mezzo delle tensioni in Medio Oriente. Secondo il geopolitico Jean-Sylvestre Mongrenier, la sfida principale di questo incontro risiede nel dissenso interno, che minaccia di far implodere l’unità occidentale.

Dall’Europa al Giappone, molti temono gli effetti del trumpismo sull’attuale incontro del G7. Riuscirà questo organo informale di governo dell’“Occidente globale” a superare gli effetti deleteri del protezionismo americano e il desiderio frenetico di Donald Trump di guidare un “reset” tra Stati Uniti e Russia, a scapito dell’Ucraina e dell’Europa? L’incapacità di mantenere una parvenza di unità geopolitica comprometterà l’imminente vertice NATO?

Il mondo in subbuglio

Il conflitto armato israelo-iraniano oscura ulteriormente l’orizzonte. Oltre alla guerra in Ucraina, ai confini orientali della NATO, un’esplosione generalizzata minaccia il Medio Oriente, con conseguenze globali. In Estremo Oriente, la Cina intensifica la pressione su Taiwan. Le sue portaerei si avventurano nel Pacifico occidentale, sfidando la risolutezza degli Stati Uniti, la cui postura internazionale è compromessa dalle oscillazioni del presidente americano. 

Non è una guerra mondiale, ma il mondo è in subbuglio.

Il G7 e il peso perduto dell’Occidente

Il G7 nacque nel 1975 come strumento “minilaterale” di risposta rapida alla crisi del tempo. Per decenni fu motore dell’unità euro-atlantica. Poi, con la caduta dell’URSS e l’inclusione della Russia nel G8, si pensò di esportare la democrazia di mercato da Vancouver a Vladivostok. Putin scelse invece la via eurasiana. Oggi il G7 si trova a competere con i BRICS+ — che rivendicano il primato nel Sud globale — e con una coalizione autoritaria sempre più solida. Il loro peso economico è ormai pari a quello occidentale.

Il vero pericolo è dentro casa

Il G7 mantiene ancora risorse strategiche: finanza, tecnologia, difesa. Ma la minaccia più grave non viene da fuori. È il dissenso interno, l’incapacità americana di garantire l’unità del fronte occidentale. In caso di fallimento o stallo, saranno le democrazie europee a doversi assumere il compito storico di difendere la civiltà liberale. Se Washington vacilla, tocca a Roma, Berlino, Parigi e Bruxelles ritrovare “l’audacia del potere”.

Jean-Sylvestre Mongrenier

(La Croix, 16 giugno 2025 – traduzione e impaginazione a cura de Il Domani d’Italia)

➡️ Leggi l’articolo originale su La Croix

«Sommet du G7. Washington, l’Europe et leurs alliés vivent sous la menace d’un schisme d’Occident»

di Jean-Sylvestre Mongrenier – pubblicato il 16 giugno 2025

🔗 www.la-croix.com/a-vif/sommet-du-g7-washington-l-europe-et-leurs-allies-vivent-sous-la-menace-dun-schisme-doccident-20250616

Traduzione, titolo e impaginazione a cura della redazione de Il Domani d’Italia