Roma, 2 dic. (askanews) – L’Ocse ha limato la previsione di crescita economica dell’Italia di quest’anno allo 0,5%, mentre ha confermato al più 0,6% l’attesa sul Pil del 2026; per il 2027 nel suo ultimo Economic Outlook stima un più 0,7% di crescita nella Penisola. L’Ocse ha nuovamente ritoccato al ribasso la previsioni di crescita economica per l’Italia di quest’anno, ora stimamata ad un più 0,5% del Pil, a cui dovrebbe seguire il più 0,6% nel 2026, attesa confermata, e un più 0,7% nel 2027. Per la crescita globale ha invece mantenuto l’attesa di un più 3,2% quest’anno, cui dovrebbe seguire una moderazione al più 2,9% il prossimo e una riaccelerazione al più 3,1% nel 2027. Per l’insieme dell’area euro stima più 1,3% del Pil nel 2025, più 1,2% nel 2026 e più 1,4% nel 2027.
I dati sono contenuti nell’ultimo Economic Outlook elaborato dall’organizzazione che ha sede a Parigi, secondo cui nella Penisola “l’indebolimento delle esportazioni seguito ai rialzi dei dazi commerciali e l’andamento sottotono dei consumi delle famiglie, che persiste a dispetto dell’aumento dei redditi reali frenerà la crescita sul breve termine”. Più avanti “l’aumento degli investimenti pubblici dovrebbe sostenere l’espansione, anche sulla spinta degli esborsi (restanti) del Pnrr”. Lo scorso 23 settembre, con un aggiornamento di interim delle sue stime, l’Ocse aveva indicato un più 0,6% di crescita per quest’anno e un valore analogo per il prossimo.
In Italia gli elementi di incertezza si sono in parte attenuati ma quest’ultima resta elevata, al tempo stesso “i rischi sulla crescita economica sono ampiamente bilanciati”, si legge nel capitolo sull’Italia. “Le restrizioni al commercio, l’accresciuta concorrenza con il potenziale re-indirizzamento di flussi diretti agli Stati Uniti verso l’Italia e l’incertezza possono creare maggiori zavorre rispetto al previsto su esportazioni, attività, investimenti e occupazione, amplificando i risparmi cautelari delle famiglie”. “D’altra parte – dice l’Ocse – le riforme introdotte dal governo e gli investimenti, che vanno dalle infrastrutture allo sviluppo delle competenze, potrebbero incoraggiare le imprese investire più del previsto, facendo un miglior utilizzo dei loro bilanci e delle loro liquidità”.
Secondo l’Ocse in Italia il tasso di disoccupazione calerà quest’anno al 6,2%, dal 6,5% del 2024, e poi si ridurrà ulteriormente a un minimo storico del 6% sia sul 2026 che sul 2027. L’inflazione è attesa sui livelli contenuti: 1,8% quest’anno, 1,7% il prossimo e 1,8% del 2027. Positive le valutazioni sul quadro finanziario. “I costi di indebitamento sono calati, a seguito dei tagli dei tassi di interesse nell’area euro e grazie al minore premio di rischio sull’indebitamento italiano. Le agenzie hanno rivisto al rialzo i loro rating sui titoli di Stato italiani e su alcune entità pubbliche e grandi imprese, a riflesso del miglioramento della salute delle banche – dice l’Ocse – e dei progressi sul risanamento dei conti pubblici”. L’ente parigino prevede che il deficit di bilancio torni sotto la soglia chiave del 3% del Pil – quella prevista dal Patto di stabilità e decrescita della Ue – già da quest’anno, con un 2,9%, livello che spianerebbe la strada ad una fine anticipata della procedura europea di deficit eccessivo. Il deficit è previsto ridursi ulteriormente al 2,7% del Pil nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Il debito pubblico è atteso salire al 136,2% del Pil quest’anno, al 137,7% nel 2026 e poi limarsi al 137,4% nel 2027. Su questa dinamica continua a pesare l’eredità negativa del Superbonus sull’edilizia: “il debito pubblico supererà il 137% del Pil nel 2027 mentre i crediti sul Superbonus vengono computati nello stock del debito”. L’Ocse prevede che il deficit di bilancio dell’Italia cali sotto la soglia del 3% del Pil già da quest’anno, portandosi al 2,9% dal 3,4% del 2024, e che poi si riduca ulteriormente al 2,7% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Secondo l’ultimo Economic Outlook, il debito pubblico della penisola salirebbe al 136,2% del Pil quest’anno, dal 134,9% del 2024, e poi al 137,7% del 2026, per poi limarsi al 134,4% nel 2027.

