Il dibattito dei giorni scorsi sulle sanzioni americane contro la Corte Penale Internazionale mi ha spinto a chiedermi: cosa avrebbe fatto un centrista, un popolare europeo, uno statista, un padre della nostra Patria, uno dei fondatori della Comunità Europea, come Alcide De Gasperi, di fronte a queste polemiche?
Sarebbe rimasto in silenzio o avrebbe fatto sentire la sua voce a difesa di un’istituzione sovranazionale che negli anni ha portato avanti processi contro i più atroci criminali di guerra, senza preoccuparsi del loro potere?
Ovviamente conosco bene la risposta. Mi pongo questo dilemma, però, perché il nostro Ministro degli Affari Esteri sostiene di essere l’unico interprete del centro in Italia, erede di quelle politiche e quei valori portati avanti con onore dal politico trentino, anche in tempi bui come quelli del fascismo.
Il leader di Forza Italia ha dimostrato in questa occasione di non essere all’altezza di quei valori, di quella storia, seguendo le stesse tesi dei sovranisti in stile Salvini, Bannon e Afd.
Agli amici che oggi guardano a Forza Italia come interprete delle nostre istanze mi permetto di domandare: ma siete veramente sicuri che Tajani e FI rappresentino le nostre idee, i nostri valori? O sono unicamente dei portatori voti per la nuova destra al potere?
Sono sicuro che gli stessi amici a cui ho posto la domanda mi risponderanno senza aver dubbi: e chi sennò? Mica possiamo votare per il Pd che ormai è una forza libertaria, alleata con populisti e massimalisti!
L’obiezione è legittima anche se va ricordato che, mentre in Forza Italia nessuno si è opposto alle tesi del leader sulla Cpi, nel Pd continuano ad esser presenti e ad alzare la loro voce gli strenui difensori della linea riformista in antitesi al pensiero dominante della segreteria, penso, per esempio, alle coraggiose battaglie di Pina Picerno nell’Europarlamento.
L’impegno di alcuni esponenti però non basta. Basti ricordare come il Pd in recenti occasioni abbia votato contro l’istituzione del 17 giugno come giornata per ricordare le vittime della malagiustizia, in onore di Enzo Tortora; o come al Parlamento Europeo non abbia votato a favore di una risoluzione in cui si accostavano i simboli del nazifascismo a quelli del comunismo sovietico: identificandoli come emblemi dei totalitarismi vissuti in diversi paesi Europei.
Cito questi due voti perché sono degli esempi identitari che rendono chiara l’impossibilità per gli eredi delle culture centriste, democristiane, liberali, repubblicane e socialdemocratiche, di riconoscersi oggi nel Pd. Quindi che fare?
Serve un nuovo partito, diverso dal Pd e Forza Italia, che sia in grado di rappresentarci degnamente, perché i partiti attuali o non sono capaci o sono suddivisi in vari partiti personali che si preoccupano di farsi la guerra tra di loro.
Ha detto bene Beppe Sala nel corso di un’intervista a Otto e Mezzo: “Oggi il cosiddetto centro, cioè la parte più riformista e moderata della politica, è già occupato. Quindi, o lì si trova un accordo per tirare tutti dalla stessa parte o non funziona”.
Serve una maggiore propensione all’unità. Rinnovo l’appello agli attuali leader ed esponenti delle forze politiche che si ritrovano all’interno di Renew Europe, abbassate i toni, parlatevi, incontratevi, dialogate, riunite in una federazione plurale i mille rivoli di una diaspora centrista dispersa in tanti e inutili micropartiti personali.
Una forza autonoma e con un programma chiaro e definito, una forza che possibilmente sia in grado di allearsi con il Pd ma che non sia obbligata a farlo. Ne abbiamo bisogno perchè oggi, come nel 1938 a Monaco, novelli Chamberlain con i capelli arancioni sostengono di aver trovato effimeri accordi di pace.
Mai come oggi serve in Italia una casa per noi che crediamo che Democrazia è Libertà.