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sabato, 6 Dicembre, 2025
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L’uomo del Centro che ha attraversato la Repubblica

Dal Parlamento alla geopolitica, dal dialogo con i Papi alla fedeltà all’Europa: la lunga vita pubblica di Pierferdinando Casini raccontata nel libro-intervista con Paolo Pombeni.

Lultimo democristiano? Una storia che continua

Nel libro a lui dedicato, edito da il Mulino, si addensano i ricordi, nitidi e documentati, arricchiti da interventi parlamentari significativi della vita nelle istituzioni politiche italiane ed europee di Pierferdinando Casini, parlamentare dal 1983 (deputato, senatore, eurodeputato, Presidente della Camera dal 2001 al 2006, Presidente onorario dell’internazionale democratico-cristiana) docente di Geopolitica del Mediterraneo presso la Lumsa di Roma: a conti fatti il politico più longevo in carica nella storia della Repubblica. “L’ultimo democristiano” com’egli stesso si definisce in un suo libro del 2023 …“quando c’era una volta la politica”, che resta tale anche dopo la dissoluzione dei partiti della Prima Repubblica, a cominciare dalla ‘Balena bianca’, i cui esuli si sono sparpagliati in raggruppamenti parlamentari diversi, a destra, al centro e a sinistra, trovandosi oggi su posizioni ideologiche opposte. Lui stesso, dopo aver fondato il Ccd e a lungo guidato l’Udc ed esser stato parte del centrodestra si ritrova eletto in questa legislatura come senatore indipendente nelle file del Pd- Italia democratica e progressista.

Il centro dellAula e della politica

Essere al centro dell’Aula (parlamentare) ha peraltro un duplice significato: uno temporale che ripercorre l’ininterrotta carriera politica e lo consolida nell’esser stato fino ad oggi un riferimento indiscusso anche nei momenti cruciali e di svolta della storia istituzionale parlamentale, l’altro nell’essere riconosciuto – in qualsivoglia partito abbia militato – come uomo della centralità, della moderazione, del dialogo, di una scelta interlocutoria e di ricomposizione delle diaspore, mite ma risoluto, aperto al cambiamento ma erede della tradizione e della presenza dei cattolici impegnati in politica.

Autorevole quanto basta per meritarsi un riconoscimento trasversale e bipartisan che potrebbe rivelarsi foriero di ulteriorità di alto livello istituzionale per il futuro. In parte storicamente coevo con i cavalli di razza della Dc, da Moro a Fanfani, da Cossiga ad Andreotti, erede di Forlani ha di fatto impersonificato la storica distinzione di Martinazzoli tra ‘moderatismo’ (inteso in senso deteriore come pavidità e inerzia) che non ha mai condiviso e “moderazione” (concepita come virtù, posizionamento strategico, visione mite e interlocutoria della vita e della politica) di cui è stato ed è tuttora un indiscusso e apprezzato protagonista.

Un dialogo che scava nella storia repubblicana

A guidarlo e sostenerlo, interrogarlo e sollecitarlo, con perizia e competenza lungo le pagine del libro è il dialogo con Paolo Pombeni, autorevole politologo, professore emerito in quanto già docente universitario titolare dei corsi di Storia dei sistemi politici europei e di Storia dell’ordine internazionale presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, Direttore della Rivista il Mulino e del magazine online “Mente Politica”. Dal colloquio tra un politico di lungo corso e un cattedratico di politologia non poteva uscire che un affresco a tinte forti e contorni netti della vita politica italiana di cui Pierferdinando Casini è stato rappresentante e testimone. Le domande di Pombeni ripercorrono le vicende politiche italiane dall’ingresso di Casini alla Camera (1983) ad oggi: e se – come direbbe con benevolenza e ironia Oscar Wilde – “Le domande spesso sono indiscrete ma le risposte, talvolta lo sono ancor di più”….. si può senza indugio affermare che l’autorevolezza e la competenza accademica di Pombeni consentono – con serietà e rigore storico ed epistemologico – al presidente Casini una narrazione rievocativa ricca di passaggi significativi della storia repubblicana dal suo ingresso nell’Aula della Camera, con dettagli e tratteggi che descrivono con onestà intellettuale personaggi della politica a lui contemporanei, evoluzioni ed involuzioni dei partiti visti nell’ottica della loro maturazione ideologica, tra realtà, utopie e velleitarismi.

Dal Paese legale a quello reale. E lEuropa come bussola

Sempre con un occhio di riguardo al rapporto tra ‘paese legale’ e ‘paese reale’ – da un lato – e instancabilmente orientato ad una prospettiva storica europea che lo caratterizza oggi con ferrea coerenza e chiara visione come uno dei più fedeli assertori (forse il più tenace) di quell’Europa unita, forte e solidale che era nei sogni di Alcide De Gasperi. Vorrei evocarlo – rimandando caldamente alla lettura del libro – come l’unico uomo politico (da Presidente della Camera) capace di ‘portare’ un Pontefice in Parlamento, quando invitò Papa Wojtyła. Così come mi piace ricordarlo nell’intervista che mi concesse per il mio libro “Dove va la politica” per un suo auspicio che ritrovo attuale:

“Sono sempre stato ottimista e continuo ad esserlo anche in una fase di difficoltà così prolungata come quella che stiamo attraversando, perché ho grande fiducia nella capacità degli italiani di rimboccarsi le maniche e individuare la via d’uscita. Peraltro ho la sensazione che anche se tra mille ostacoli, una riscoperta del buonsenso tra i cittadini ed anche tra alcuni politici dei diversi schieramenti si stia facendo strada. Il Paese non può andare avanti puntando sulle divisioni, su una sorta di guerra ideologica permanente tra chi sta di qua e chi sta di là: e proprio il buonsenso dovrà essere la bussola a cui guardare. Così come penso anche che soprattutto i giovani debbano impegnarsi sempre più a fondo per superare la crisi di identità e morale che l’Europa e ancor più l’Italia attraversano, riscoprendo il gusto e la passione dell’impegno politico e civile in prima persona”.