Roma, 17 set. (askanews) – Il ministro della Cultura israeliano, Miki Zohar, ha annunciato tagli ai finanziamenti per gli Ophir Awards, la versione israeliana degli Oscar, dopo che il premio per il miglior film è stato assegnato a un film su un adolescente palestinese. “The Sea”, scritto e diretto da Shai Carmeli Pollak e scelto per rappresentare Israele agli Oscar, racconta la storia di un ragazzo palestinesi di Ramallah che cerca di raggiungare per la prima volta la spiaggia, ma viene fermato dalle forze israeliane.
Il film presenta un cast composto principalmente da attori palestinesi, nati e residenti dentro i confini israeliani. Il giovane protagonista del film, il tredicenne Muhammad Gazawi, ha vinto il premio come miglior Attore e, nel suo discorso di ringraziamento, ha lanciato un appello perchè tutti i bambini possano “vivere e sognare senza guerre”. Complessivamente il film ha ottenuto cinque premi e alla cerimonia tenuta ieri Carmeli Pollak ha partecipato indossando la maglietta con su scritto “un bambino è un bambino”.
In una dichiarazione rilasciata oggi dal ministero, Zohar ha definito “vergognosa” la vittoria di “The Sea”, sottolineando che il film ritrae i soldati israeliani in una luce negativa. “Non c’è schiaffo più grande in faccia ai cittadini israeliani dell’imbarazzante e distaccata cerimonia annuale degli Ophir Awards – ha affermato il ministro nella nota riportata dal Times of Israel – a partire dal bilancio 2026, questa patetica cerimonia non sarà più finanziata con i soldi dei contribuenti. Sotto la mia supervisione, i cittadini israeliani non pagheranno di tasca propria una cerimonia che sputa in faccia ai nostri eroici soldati”.
Da parte sua, il direttore dell’Accademia israeliana per il Cinema e la Televisione, Asaf Amir, ha espresso apprezzamento per la scelta di “The Sea”: “Di fronte agli attacchi del governo israeliano al cinema e alla cultura israeliani, e agli appelli di alcune parti della comunità cinematografica internazionale a boicottarci, la selezione di ‘The Sea’ rappresenta una risposta potente e risonante. Sono orgoglioso che un film in lingua araba, nato dalla collaborazione tra israeliani e palestinesi, rappresenti Israele nella competizione per gli Oscar”.