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giovedì, 17 Luglio, 2025
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M.O., l’Unicef: 28 bambini uccisi in media ogni giorno a Gaza

Roma, 17 lug. (askanews) – “Negli ultimi 21 mesi di guerra a Gaza, sono stati uccisi più di 17.000 bambini e 33.000 sono stati feriti. Ogni giorno sono stati uccisi in media 28 bambini, l’equivalente di un’intera classe. Considerate questo dato per un momento. Un’intera classe di bambini uccisi, ogni giorno, per quasi due anni”: è quanto ha detto Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

“Questi bambini non sono combattenti – ha rimarcato – vengono uccisi e mutilati mentre fanno la fila per ottenere cibo e medicine salvavita. La settimana scorsa, 15 palestinesi, tra cui nove bambini e quattro donne, sono stati uccisi in un attacco mentre aspettavano in fila le forniture nutrizionali dell’Unicef a Deir al Balah. Lo scorso fine settimana, 10 persone, tra cui sette bambini, sono stati uccisi in un bombardamento mentre raccoglievano acqua potabile”.

“I bambini che sopravvivono alla guerra a Gaza saranno per sempre colpiti dalle privazioni e dall’esposizione agli eventi traumatici che hanno vissuto”, ha aggiunto Russell, ricordando che “già prima dell’inizio della guerra metà della popolazione infantile di Gaza aveva bisogno di assistenza psicologica e di salute mentale” e “oggi, tutti i bambini di Gaza hanno bisogno di questi servizi”. “I bambini di Gaza stanno sopportando condizioni di vita catastrofiche, tra cui una grave insicurezza alimentare e la malnutrizione. Degli oltre 113.000 bambini sottoposti a screening per la malnutrizione a giugno, quasi 6.000 sono risultati gravemente malnutriti – ha aggiunto la direttrice dell’Unicef – questo rappresenta uno sconcertante aumento del 180% dei casi di malnutrizione acuta rispetto a febbraio. Questi bambini gravemente malnutriti hanno bisogno di cure costanti e controllate, di acqua sicura e di assistenza medica per sopravvivere”.

“La capacità di produzione idrica è drasticamente diminuita e, di conseguenza, il 95% delle famiglie di Gaza non ha accesso ad acqua a sufficienza. Il pompaggio dell’acqua, la desalinizzazione e il trattamento delle acque reflue funzionano tutti a capacità notevolmente ridotta a causa della mancanza di carburante. I servizi igienici sono quasi al collasso. Con l’acqua pulita sempre più difficile da raggiungere, i bambini hanno poca scelta se non quella di bere acqua contaminata. Questo aumenta il rischio di epidemie – è stato il monito – con le malattie trasmesse dall’acqua che rappresentano oggi il 44% di tutte le consultazioni sanitarie”.

“Continuiamo a registrare un aumento dei casi di infezioni diarroiche e respiratorie nei bambini sotto i cinque anni. E negli ultimi giorni, il nostro team Unicef a Gaza ha risposto a un’epidemia di meningite con decine di neonati gravemente malati”, ha riferito Russell.

“Migliaia di bambini hanno urgentemente bisogno di assistenza medica d’emergenza. I bambini con ferite traumatiche e gravi condizioni mediche preesistenti sono a rischio di morte – ha denunciato ancora la direttrice dell’Unicef – perché le cure mediche di cui hanno bisogno non sono disponibili nella Striscia di Gaza. Gli ospedali che sono ancora in grado di operare sono sovraccarichi, con i reparti di emergenza che operano a pieno regime e con un’affluenza superiore al 100%. Queste strutture devono far fronte a gravi carenze di medicinali essenziali e di carburante, che interrompono le cure critiche e lasciano al buio alcune sale operatorie. L’accesso alle cure neonatali critiche è stato ridotto di quasi il 70%”.

“Almeno 12.500 pazienti con ferite gravi, malattie croniche e condizioni mediche complesse necessitano di un’evacuazione medica urgente, tra cui migliaia di bambini. Ma solo un piccolo numero di Paesi sta accogliendo pazienti da Gaza, causando un numero ancora maggiore di morti evitabili. Finché il sistema sanitario di Gaza non avrà capacità sufficienti, l’Unicef chiede un maggiore sostegno per le evacuazioni mediche, con la garanzia che tutti i pazienti evacuati e i loro assistenti possano tornare a Gaza dopo il trattamento e la guarigione”, è l’appello lanciato davanti al Consiglio di sicurezza Onu.