Roma, 2 dic. (askanews) – “La Cisgiordania è strangolata, asfissiata da un regime del terrore imposto dal governo di Benjamin Netanyahu”. Lo ha detto Laura Boldrini durante una conferenza stampa tenuta insieme alla delegazione Pd reduce da una missione in Cisgiordania. Con l’ex presidente della Camera sono andati anche Mauro Berruto, Andrea Orlando, Valentina Ghio, Ouadid Bakkali, Sara Ferrari. Quello che hanno visto – ha spiegato la Boldrini – è “arbitrio, violenza, confisca arbitraria di terre, confisca di case, compressione di ogni libertà di movimento. Questo per rendere impossibile la vita dei palestinesi. Ci sono quotidianamente arresti arbitrari e l’utilizzo diffuso della tortura ai danni dei palestinesi detenuti nelle carceri”. Si tratta di “pulizia etnica”, ha spiegato, mirata a “spingere i palestinesi ad andarsene”.
E’ “ipocrita”, ha aggiunto, chiedere al premier israeliano di fermare i coloni: “E’ il governo Netanyahu ad armare i coloni, i suoi ministri vanno a distribuire le armi. Il governo è un governo di coloni, Smotrich e Ben Gvir. Dire che bisogna bloccare i coloni è una immensa ipocrisia. I coloni sono una falange armata del governo di Netanyahu”.
La Boldrini denuncia un “clima di intimidazione di cui anche noi abbiamo avuto degli assaggi. Siamo stati trattenuti all’aeroporto, all’arrivo, per circa due ore. Siamo stati interrogati, alla fine hanno chiesto di firmare una dichiarazione in cui mi assumevo la responsabilità di non fare nessuna attività in Cisgiordania contro lo stato di Israele, nessuna manifestazione. Ovviamente io non ho firmato niente”.
L’ex presidente della Camera ricorda anche un momento di particolare tensione: “Abbiamo sentito forti esplosioni, stavamo procedendo verso il gate che nel frattempo era stato chiuso. L’Idf lanciava bombe stordenti contro le macchine. Il nostro autista è stato bravissimo e ci siamo rifugiati in una stradina lì vicino e poi a casa di una famiglia palestinese. Non c’era nessuna operazione anti-terrorismo, è la quotidianità”. L’obiettivo è “fare paura”.
Ha concluso la Boldrini: “Abbiamo incontrato Arab Barghouti, ci ha spiegato perché suo padre è l’unica persona che può unire il popolo palestinese, è l’uomo di ‘due popoli, due stati’, rifiuta le azioni violente contro i civili, crede nel processo democratico”. Per questo, ha aggiunto, sosteniamo “la campagna ‘Free Marwan, free Palestine”.

