33.9 C
Roma
sabato, 5 Luglio, 2025
Home GiornaleMalesia e Sud-Est Asiatico guardano al modello italiano

Malesia e Sud-Est Asiatico guardano al modello italiano

La politica solidarista adottata da diversi Paesi Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) ricalca quella del miracolo economico italiano. È tempo di riscoprirne l'attualità anche da noi.

L’incontro dell’altro ieri a Palazzo Chigi fra il primo ministro della Malesia e quello italiano ha avuto scarso rilievo sui media. Eppure la visita del premier della Malesia Anwar bin Ibrahim in Italia appare particolarmente significativa. Infatti, il capo del governo di Kuala Lumpur in viaggio alla volta di Rio de Janeiro per il vertice Brics che si apre domenica prossima, ha fatto solo due tappe intermedie in Europa: Roma e Parigi.

Si tratta quindi di un riconoscimento importante per il nostro Paese per diverse ragioni.

Negli ultimi decenni la proiezione internazionale dell’Italia si è progressivamente estesa verso l’indo-pacifico e le relazioni con la Malesia risultano molto promettenti. Il rafforzamento della cooperazione fra i due Paesi comprende ambiti strategici, come energia, difesa, terre rare, insieme naturalmente alla cultura e a un comune interesse allo sviluppo economico del Sud-est Asiatico.

A rafforzare il rilievo internazionale dell’incontro dei due capi di governo, ha contribuito anche il fatto che la Malesia è attualmente presidente di turno dell’Asean, l’associazione regionale dei Paesi del Sud-Est Asiatico, nonché Paese partner dei Brics. A pochi giorni dal vertice Brics di Rio de Janeiro l’incontro tra Anwar bin Ibrahim e Giorgia Meloni ha costituito un’occasione per uno scambio di vedute sui principali dossier globali, valorizzando la vocazione  dell’Italia a un dialogo incentrato sul multilateralismo, oltre la logica di anacronistici blocchi.

A dimostrazione di quanto il modello italiano susciti l’attenzione dei Paesi Asean, di quelli Brics e in generale del Sud del Mondo, si può ricordare anche il grande piano di edilizia popolare, coordinato dallo stato, predisposto dall’Indonesia, il principale Paese dell’Asean e, dallo scorso gennaio, membro a pieno titolo del Coordinamento Brics. Il suddetto piano, illustrato dall’agenzia indonesiana Antara, ricorda sotto molti aspetti, il piano Fanfani., con lo stato che fa da motore dell’edilizia popolare, rilanciando l’economia e livellando verso l’alto la riduzione delle disuguaglianze sociali. Il governo di Jakarta prevede di costruire nel 2026, 500.000 alloggi sovvenzionati e di ristrutturare circa due milioni di abitazioni con il sostegno statale. Misure propedeutiche all’allargamento della classe media e al rafforzamento della domanda interna.

A ben vedere questa politica keynesiana e solidarista in voga tra i Paesi Asean è la medesima adottata dal loro grande vicino, la Cina, ormai divenuta, grazie  a queste politiche, un Paese guida per l’economia e per l’innovazione, ed anche quella che fece grande economicamente l’Italia negli anni della ricostruzione e del boom economico.

Come Paese e come eredi di una cultura politica e di una politica economica che ha fatto scuola nel mondo, credo che non possiamo non avvertire il fatto che il tempo per un siffatto genere di politiche economiche sta tornando, e l’Italia può ambire ad esserne un laboratorio di rilievo globale.