Roma, 7 nov. (askanews) – La Cgil ha proclamato lo sciopero generale contro la manovra per il 12 dicembre. A deciderlo è stata l’assemblea nazionale dei delegati in corso a Firenze. L’annuncio è stato dato dal presidente dell’assemblea generale Fulvio Fammoni. La Cgil sciopererà perché “riteniamo sia ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare”, ha detto il leader della confederazione Maurizio Landini.
“L’emergenza fondamentale si chiama salario – ha affermato – c’è bisogno di aumentarli. La manovra non lo fa e chiediamo ci siano risorse aggiuntive affinché il rinnovo dei contratti pubblici sia una cosa seria e non una mancia. Chediamo che ci sia una detassazione che riguardi tutti i contratti, pubblici e privati, senza tetti di reddito; che venga restituito il fiscal drag. Lavoratori dipendenti e pensionati in questi ultimi tre anni hanno pagato 25 miliardi di tasse in più che non dovevano pagare. Chiediamo l’introduzione di un meccanismo automatico che blocchi la perdita di potere d’acquisto. E che si investa nella sanità pubblica. Ci sono 6 milioni di persone che non si possono curare e liste d’attesta che non finiscono più. Abbiamo una situazione pessima per chi lavora nella sanità”.
Secondo Landini “è necessario investire sulla scuola e l’istruzione e, allo stesso tempo, sui servizi sociali. A partire dalla non autosufficienza. C’è poi un problema che si chiama fisco, che lo pagano lavoratori dipendenti e pensionati. Siamo di fronte a una tassazione su lavoro e pensioni più alta rispetto a quella su profitti, rendite finanziarie e immobiliari. Questa cosa va radicalmente cambiata”. Il numero uno della Cgil ha detto che “il sistema progressivo deve riguardare tutti i redditi. E’ venuto il momento di un contributo di solidarietà che riguarda l’1% dei cittadini. Stiamo parlando di 500mila persone ricche. Per chi ha una ricchezza superiore a 2 milioni, basterebbe un contributo dell’1% per avere 26 miliardi da investire nella sanità e aumentare gli stipendi”.
Landini ha aggiunto che “le nostre proposte sono concrete e precise. Chiedono un cambiamento. E chiediamo anche una riforma fiscale degna di questo nome che combatta l’evasione. Infine, c’è un tema che si chiama salute e sicurezza sul lavoro e che non viene affrontato. Si continua a morire e ormai siamo di fronte a un sistema di fare impresa che sta uccidendo le persone. Diciamo basta, è evidente che sia necessario scendere in piazza. C’è un’unica spesa pubblica che aumenta: quella delle armi. Non c’è un euro per rilanciare investimenti pubblici e privati. La manovra è fatta per andare sotto il 3% (rapporto deficit/Pil, ndr) per accedere ai prestiti europei per investire nelle armi. Chi paga la crisi sono lavoratori e pensionati. Faremo manifestazioni in tutti i territori e voglimo dimostrare che la maggioranza del Paese chiede di cambiare una logica sbagliata, che non è più sopportabile”.
Sulle pensioni, infine, “siamo davvero a un paradosso: hanno vinto le elezioni raccontando agli italiani che, se avessero governato, ci saremmo scordati la legge Fornero. In realtà, siamo di fronte alla situazione in cui dovremmoo chiedere ‘per favore, ridateci la Fornero’. Sono riusciti a fare cassa sulle pensioni. Siamo il Paese che ha l’età più alta d’Europa. Tutte le uscite di flessibilità, da Opzione donna ai lavori usuranti o gravosi, sono stati cancellati. Siamo di fronte a un sistema che ai pensioni fa fare precarietà e cancella la possibilità di avere una pensione nel futuro. Questo non è più assolutamente accettabile e va cambiato”.

