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martedì, 30 Settembre, 2025
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Marche, campo largo manca ‘reconquista’. Schlein: avanti uniti

Roma, 29 set. (askanews) – Il ‘sorpasso’ non riesce, la speranza del centrosinistra di vincere le regionali e partire in vantaggio nella volata per le politiche sfuma nelle Marche, dove il presidente uscente Francesco Acquaroli riesce per la seconda volta consecutiva a vincere in quella che per anni è stata una roccaforte progressista. Matteo Ricci non ce la fa, nonostante sia riuscito a raccogliere oltre 40mila voti in più rispetto alla coalizione che lo sosteneva. Non c’è “l’effetto Gaza” che più di un dirigente Pd aveva sperato, non paga nemmeno il paziente lavoro di tessitura di Elly Schlein che ha portato all’alleanza più larga possibile (Calenda a parte), nelle Marche come nelle altre regioni. Il centrodestra si conferma avversario duro e la priorità per il vertice Pd, ora, è evitare contraccolpi sulla linea politica seguita fin qui.

E’ significativo il commento di Elly Schlein: “Sapevamo che non sarebbe stato facile nelle Marche”, premette. Quindi: “Ci aspettano altre cinque regioni al voto fino alla fine di novembre e il nostro impegno unitario con la coalizione progressista al fianco dei nostri candidati continua con grande determinazione”.

La segretaria sa bene che il rapporto preferenziale con M5s e Avs e lo spostamento a sinistra dell’asse del partito sta mandando in fibrillazione la minoranza interna e non è un caso che il messaggio che viene mandato subito è: la linea non cambia. Igor Taruffi, responsabile organizzazione e fedelissimo della leader, è ancora più esplicito: “Noi pensiamo che l’alleanza larga che abbiamo messo in campo nelle Marche e in tutte le altre regioni italiane debba ovviamente continuare”.

Ancora più diretto è Pier Luigi Bersani, l’ex segretario Pd ormai moto parco di dichiarazioni sulle vicende del partito. In questo caso ritiene di dover dare la linea: “Quella che dobbiamo fare non è una corsa dei 100 metri, è una partita più profonda. Attenzione allo sconfittismo”. Perché un dirigente come lui che conosce bene le ‘usanze della casa’ del Pd, sa bene quali sono i ragionamenti che si fanno dalle parti della minoranza: guardare solo a sinistra non paga, se il Pd lascia scoperto il fronte moderato tanti elettori restano a casa.

Ragionamenti che, però, per ora nessuno esprime ad alta voce. Ci sono altre 5 regioni che andranno al voto, la Calabria già domenica prossima, adesso è il momento della campagna elettorale. Per la riflessione ci sarà tempo, si farà un bilancio a fine novembre, quando sarà finito questo turno elettorale a rate che a questo punto potrebbe finire con un pareggio, un tre a tre tra centrodestra e centrosinistra.