La composizione della nuova segreteria Martina non permette una decodificazione politica immediata e semplice, a colpo d’occhio. È come un’opera astratta la quale, se pensata e creata con arte – e Martina, nel suo incedere guardingo e riservato, coltiva un’ambizione alta – contempla senz’altro i possibili laudatori del gesto superiore e imprevedibile. Invece a un osservatore di normale gusto e attenzione riserva un che di indecifrabile e misterioso.
Colpisce a dire il vero la cancellazione di qualsiasi testimonianza della componente cattolico democratica. Quella sorgente, un tempo presentata da Castagnetti e Marini alla stregua di un fiume originariamente capace di alimentare l’esistenza del partito unico dei riformisti, appare esaurita. Non se ne ha più traccia. Dunque, prima ancora di tornare a riflettere sulla continuità o il superamento del patto dei fondatori, si compie un passo in direzione di un’altra dimensione operativa.
La scelta di Martina punta evidentemente a esaltare l’aspetto pragmatico della soluzione organizzativa. Prescinde dagli interrogativi nascosti: in qualche modo, sapendone l’insidia, li rimuove. Il nuovo corso prescinde dallo stesso dibattito sul ritorno alle origini del Pd. Vince piuttosto la concentrazione sulla immediatezza dell’oggi, con la consegna del “silete theologi in munere alieno” che un immaginario Alberico Gentile, oscuramente, oppone in anticipo al tentativo di rianimare la disputa sulla natura e la funzione del Pd.
Siamo dinanzi a una predisposizione non dichiarata verso il superamento del partito plurale? Certo, un tale riparo nella neutralità, se di questo in definitiva si tratta, può avere il significato di un annuncio che spezza, oggi o domani, la catena del DNA di questa travagliata figura di unità riformista trionfante sulle passate divisioni della Guerra Fredda. Il problema allora è più serio di quanto un’esile comunicazione, all’apparenza burocratica, possa effettivamente indicare. Non si capisce a questo punto quale contributo possa ancora offrire, nel contesto prefigurato dal segretario Pd, il vecchio e nobile drappello degli ex popolari. Impossibile far finta di maneggiare gli stessi temi, con eguale premura e sicurezza, come se nulla fosse successo e,soprattutto, come se nulla debba accadere.
Non è antipatico far presente che tutto congiura a che una storia, nel bene e nel male, volga definitivamente al suo epilogo.