Roma, 21 feb. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà in visita di Stato in Giappone dal 3 al 9 marzo. Il viaggio di Mattarella, che lo scorso novembre era stato in Cina, colma una “lacuna” temporale dal momento che l’ultimo capo dello Stato italiano a recarsi in Giappone era stato Giorgio Napolitano, quasi 16 anni fa. Ma soprattutto, fanno notare fonti diplomatiche, giunge al culmine di un periodo nel quale si sono intensificate le relazioni bilaterali e la cooperazione economica, nel quadro dell’accordo di partenariato strategico che risale al mesi di gennaio del 2023, rafforzato con il Piano d’azione bilaterale 2024-2027 approvato in occasione del G7 di Fasano.
Mattarella atterrerà a Tokyo lunedì 3 marzo, nei due giorni successivi si concentrano gli incontri con le autorità istituzionali e politiche giapponesi. Nella mattinata di martedì sarà ricevuto al palazzo imperiale dall’imperatore Naruhito, nel pomeriggio invece sono in agenda i colloqui con gli speaker dei due rami del parlamento; mercoledì è previsto un discorso del presidente in occasione di un incontro con i vertici della Keidanren (Japan Business Federation, in sostanza la Confindustria nipponica) ed esponenti dell’imprenditoria giapponese e italiana. Nel pomeriggio Mattarella avrà un colloquio con il primo ministro Kishida Fumio. Nei giorni successivi si trasferirà a Kyoto, l’antica capitale, per poi concludere la settimana a Hiroshima, città martire della bomba atomica, dove sono previsti altri appuntamenti di grande significato: la cerimonia con la deposizione di una corona di fiori al Memoriale della Pace e l’incontro con alcuni sopravvissuti ai bombardamenti atomici nella sede dell’associazione Nihon Hidankio, che si batte per l’abolizione delle armi nucleari e che ha ricevuto il Nobel per la Pace nel 2024.
Seconda economia dell’Asia e quarta nel mondo, secondo le statistiche ufficiali sul prodotto interno lordo, il Paese del Sol Levante è un pilastro della rete di alleanze globali “occidentali” imperniata sulla leadership degli Stati Uniti. E i punti in comune che la visita del capo dello Stato metterà in evidenza si dipanano a partire dalle “comuni valutazioni” sui grandi dossier geopolitici del momento e dall’accresciuta attenzione dell’Italia rispetto al quadrante asiatico. Dal punto di vista economico, i dati parlano di circa 150 imprese italiane impegnate in Giappone e 380 aziende giapponesi in Italia. La presenza italiana in Giappone non si sostanzia solo con le attività legate a settori tradizionali dell’export come moda, design ed agroalimentare ma anche nel settore delle tecnologie. Il punto più alto della cooperazione industriale e tecnologica è forse rappresentato dalla partecipazione di Italia e Giappone, insieme al Regno Unito, al progetto Gcap per la realizzazione di un cacciabombardiere di sesta generazione.
Non è prevista la firma di protocolli o memorandum ma la visita di Mattarella in Estremo Oriente, nelle intenzioni del Quirinale, può aprire ulteriori prospettive di crescita, per il futuro, della cooperazione fra i due Paesi. E in un’epoca in cui i conflitti armati in corso e il recente rilancio del tema dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno e possono avere in futuro ricadute negative nello sviluppo del commercio internazionale, una maggiore apertura dei mercati asiatici ai prodotti italiani e dell’Italia agli investitori asiatici è una delle possibili strade da seguire per rispondere alle sfide dell’attualità.