Desidero rivolgere a tutti i presenti un saluto cordiale: alle autorità, particolarmente ai protagonisti di questa giornata, ai ragazzi e ai bambini che ringrazio per la compostezza con cui stanno seguendo la cerimonia.

Sono molto lieto di condividere con voi questo momento, che sottolinea il traguardo conseguito con questa scuola, dovuto all’intervento congiunto di tante realtà, ma soprattutto all’impegno generoso e ampio della Fondazione Ferrari. Sono lieto che il Presidente John Elkann sia presente questa mattina e anch’io desidero rivolgere un pensiero di riconoscenza a Sergio Marchionne, la cui figura va ricordata nel nostro Paese con riconoscenza e ammirazione per tutta la sua attività e il suo impegno.

Vorrei sottolineare – ragazzi – che siete voi i protagonisti di questa mattina.

Questa cerimonia può essere vista in tanti modi; ma le scuole vengono inaugurate dagli studenti quando vi entrano e cominciano a frequentarle, insieme ai docenti.

Questo è un momento che consacra l’inserimento della scuola nel tessuto sociale, e questa scuola così bella, così accogliente e funzionale, è un grande traguardo e un grande risultato. Dimostra che ad Amatrice, con il concorso delle risorse, delle energie, dei protagonismi, delle attività che abbiamo ricordato questa mattina, la pista della scuola si è realizzata, è andata avanti, si è compiuta in maniera importante. Continua ancora ad avere esigenze, ma ha raggiunto un grande traguardo.

Sono qui questa mattina con voi soprattutto per due ragioni.

La prima è quella di ringraziare il mondo della scuola di Amatrice, perché anche nei giorni immediatamente successivi al terremoto la scuola non si è interrotta. In quel settembre, la scuola ha ripreso a funzionare. E di questo vorrei ringraziare i docenti e la Preside di allora, la professoressa Pitoni.

Vi stata una grande e generosa attività di impegno dei docenti in quei giorni che ha consentito di non interrompere la continuità del servizio scolastico. Questo è un motivo di riconoscenza importante che voglio esprimere.

L’altro motivo è la ricostruzione.

Abbiamo ascoltato le considerazioni importanti del Sindaco, del Presidente della Regione, del Commissario.

Vorrei fare mie le parole della studentessa Silvia Guerrini, così ben espresse: il sogno della realtà concreta della ricostruzione non si esaurisce nella scuola, deve procedere parallelamente, con la stessa velocità, in tutti i suoi versanti: la pista dell’ospedale, quella delle abitazioni private che richiede un concorso di responsabilità delle istituzioni e dei soggetti privati; la pista dei beni culturali e di culto; la pista delle strutture produttive. Sono tutte piste di ricostruzione indispensabili, per restituire vitalità piena al territorio, a questa città, per realizzare e rendere concreto il sogno di cui Silvia ha parlato, per rimuovere definitivamente il senso di precarietà che il terremoto ha introdotto in queste zone.

Questo vale naturalmente per tutte le zone colpite dal terremoto, per tutti i comuni interessati, nel Lazio, in Umbria, in Abruzzo, nelle Marche.

Proprio per quest’ampiezza, per questa grande fascia che attraversa l’Italia, per i Comuni colpiti dal terremoto e danneggiati nella loro vita e dinamicità, occorre un grande impegno perché proprio in questo impegno si gioca anche il futuro dell’Italia nel suo complesso.

È un impegno che va non soltanto riconfermato, ma sempre più – con tanti sforzi che si cerca di fare – tradotto in pratica concreta, reale, effettiva, con traguardi raggiunti, uno dopo l’altro, ma necessariamente con velocità.

È un elemento importante per la vita complessiva del nostro Paese, anche perché si tratta delle nostre aree interne che sono non soltanto preziose, ma essenziali al nostro Paese, alla sua vita sociale, economica, storica e culturale.

Le aree interne, non meno delle zone urbane e delle aree metropolitane, sono protagoniste della vita del nostro Paese e vanno tutelate e rassicurate con opportunità pari a quelle delle grandi città.

E naturalmente, in questa fascia così ampia colpita dai terremoti, va garantita la ricostruzione perché le aree interne riprendano piena vitalità e dinamicità.

È l’augurio – ma anche l’impegno – che vorrei esprimere, soprattutto davanti a voi, ragazzi, facendovi gli auguri per i vostri studi, per la frequenza che avete già compiuto in questa scuola nei mesi passati e per quella che vi svolgerete in futuro.

Auguri, ragazzi! È una bella giornata. Ed è tutta vostra.