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martedì, 3 Giugno, 2025
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Mattarella su Gaza: disumano ridurli alla fame, hanno diritto a terra

Roma, 1 giu. (askanews) – Sergio Mattarella interviene a difesa della popolazione di Gaza. Con parole mai così esplicite il Presidente della Repubblica giudica “disumano” ridurre un’intera popolazione alla fame e fa appello all’esercito israeliano affinchè apra le frontiere della Striscia di Gaza alle organizzazioni internazionali. Parlando ai diplomatici di tutto il mondo presenti in Italia e alle più alte cariche dello Stato (è presente la premier Giorgia Meloni insieme ai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana) in occasione della consueta cerimonia per la festa della Repubblica al Quirinale, il capo dello Stato ribadisce la scelta “lungimirante” di chi costruendo al Repubblica italiana la orientò verso la vocazione alla pace e al dialogo e ragiona sui conflitti in corso soffermandosi in particolare su Ucraina e Medioriente.

Mattarella innanzitutto “conferma” il “fermo e convinto sostegno a Kiev. Continuiamo a lavorare perché si possa giungere a una pace che sia giusta, complessiva e duratura”. È sulla situazione in Medio Oriente che però si sofferma più a lungo, entrando sulle questioni più delicate di queste ultime settimane e su cui tutte le cancellerie europee si stanno mobilitando: “Il dramma in atto nella striscia di Gaza”. Per il capo dello Stato infatti “è inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco”, avverte e aggiunge che “in qualunque caso, è indispensabile, che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone. Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano”.

Mattarella giudica severamente anche “l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese” definendola “grave” perchè “i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”, elemento “imprescindibile”, insieme alla “sicurezza di Israele”, entrambe le cose però “appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo” cui si aggiunge “l’alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo”.

Questi due conflitti in corso portano il Presidente a svolgere un altro ragionamento, più generale sulle cause alla base del moltiplicarsi di focolai della instabilità mondiale: “L’occupazione illegale di territori di un altro Paese – osserva – non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale”.

E il messaggio rivolto in conclusione ai diplomatici in Italia e alle alte cariche dello Stato presenti è che “la pace non è un ideale per anime ingenue” ma “un’esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire: occorre proseguirne l’opera. Non ci si deve – e non ci si può – limitare a evocarla”; insomma “è necessario impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole”.