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lunedì, 15 Dicembre, 2025
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Mattarella: Ue aggredita, inammissibile rivedere i confini con la forza

Roma, 15 dic. (askanews) – E’ in atto una aggressione contro l’Unione europea, e in generale contro l’occidente per metterne in discussione i valori di democrazia e libertà. E’ un discorso duro quello che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato oggi alla conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori riuniti alla Farnesina dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il capo dello Stato non ha usato giri di parole, stavolta, per denunciare “l’aberrante intendimento” della federazione russa “di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa. Azione ritenuta irresponsabile e inammissibile già oltre cinquanta anni addietro nella Conferenza di Helsinki sulla Cooperazione e Sicurezza nel continente”.

Il ragionamento di Mattarella è rivolto agli ambasciatori ai quali ha ricordato quanto sia “deciviso” il loro lavoro in un momento storico difficile attraversato da conflitti vicini ma anche lontani. La diplomazia, ha ricordato, la ricerca di collaborazione e il rispetto del diritto internazionale sono la nostra cifra, i fondamenti della nostra Repubblica e occorre esserne consapevoli e continuare a lavorarci per risolvere i conflitti. Mattarella lancia un avvertimento anche contro le minacce più sottili che cercano di minare la credibilità dell’Europa: “pericolose attività di disinformazione tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici” guidate da “inediti ma opachi centri di potere dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche”.

Il Presidente è convinto quindi che “nel contesto attuale” caratterizzato da crisi molteplici “è possibile essere protagonisti puntando su due ambiti, quello multilaterale e quello degli organismi sovranazionali, come l’Unione Europea, che possono consentire di raggiungere la massa critica necessaria per evitare di ricadere in ambizioni velleitarie”. Parla dell’Ucraina ma anche del Medioriente sollecitando un sostegno convinto della comunità internazionale al cessate il fuoco. E poi il lungo elenco delle crisi in corso: Sahel, Corno d’Africa, Asia orientale, America Latina. Mattarella teme che “la tentazione della frammentazione si insinui nelle relazioni internazionali – e persino nel mondo occidentale – con la ripresa di un metodo di ostilità che misura i rapporti internazionali su uno schema a somma zero: se qualcuno ci guadagna significa che qualcun altro ci perde”.

A questo disegno si collega la “disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione Europea, alterando la verità e presentandola anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e per i diritti, sviluppatasi anche con la condivisione e con l’apprezzamento dell’intero Occidente, come una organizzazione oppressiva, se non addirittura nemica della libertà”. Il Presidente parla senza citarli esplicitamente dei giudici della Corte penale internazionale (tra i quali anche un italiano, Salvatore Aitala) che sono stati condannati dal tribunale di Mosca: “Assistiamo oggi alla pretesa di imporre punizioni contro giudici delle Corti internazionali per le loro funzioni di istruire denunce contro crimini di guerra, a difesa dei diritti umani, in definitiva a difesa dei popoli del mondo: sono pretese di un mondo volto pericolosamente indietro, al peggiore passato. Un mondo che si presenta rovesciato e contraddittorio con condanne alla carcerazione di componenti le Corti internazionali ad opera di un Paese promotore, e con suoi giudici protagonisti, del processo di Norimberga”.

Ripercorre quindi tutti i passaggi che a partire dalla seconda guerra mondiale il continente ha fatto per instaurare un sistema basato sulla cooperazione: “la ricerca della pace nella sicurezza” dice citando Aldo Moro. “Di fronte alla nuova complessità la diplomazia appare a volte in ripiego o che si ritenga che si trovi a gestire la mera certificazione notarile di situazioni regolate con la forza. Non è così! – scandisce il capo dello Stato – Alcuni dei risultati raggiunti nel dopoguerra dalla diplomazia, tanto quella multilaterale quanto quella bilaterale, sono stati straordinari”.

“Se ci si propone di perseguire obiettivi di progresso – dice -la strada è soltanto quella del rafforzamento della collaborazione. L’alternativa porta ad avvolgersi nella spirale dell’instabilità”. Ma ormai “è evidente che è in atto un’operazione, diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori, separando i destini delle diverse nazioni. Non è possibile distrarsi e non sono consentiti errori” è il preoccupato avvertimento del Presidente che rilancia a proposito proprio il ruolo che può e deve giocare la diplomazia. “L’epoca di transizione in cui ci troviamo presenta pericoli che dobbiamo saper tempestivamente riconoscere – insiste -: a stagliarsi all’orizzonte c’è il rischio di un generale arretramento della civiltà”.