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"Mediterraneo di Pace": il Museo Ebraico di Lecce in "trasferta" a Roma

Roma, 15 apr. (askanews) – Il Museo Ebraico di Lecce ha celebrato un momento significativo per il dialogo interculturale, il confronto e l’educazione intergenerazionale, inaugurando a Roma, a Montecitorio, due mostre di arte contemporanea che rimarranno visitabili fino al 24 aprile. In questo prestigioso e autorevole luogo, viene così trasmessa l’eredità e la storia della comunità ebraica a Lecce, riportata alla luce dal Museo, e che oggi crea un legame con Manduria, Trani, Nardò e l’intera comunità ebraica d’Italia. L’evento è stato preceduto da una conferenza stampa alla Camera dei Deputati alla presenza dell’On. Claudio Stefanazzi, Deputato alla Camera per il Partito Democratico, Aldo Patruno, Direttore Generale del Turismo e della Cultura Regione Puglia, Rav Riccardo Di Segni Rabbino Capo di Roma, Michelangelo Mazzotta, CEO Museo Ebraico di Lecce assieme a Francesco De Giorgi, Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce, Fiammetta Martegani, curatrice mostra Errare, perseverare, sopravvivere e Fabrizio Ghio, Architetto e membro del Comitato Scientifico del Museo Ebraico di Lecce.

Promotore della “trasferta” l’on. Stefanazzi: «La Puglia e il Mediterraneo sono luoghi identitari. Ed è proprio la semplicità con cui, chi la visita, può riconoscerne la storia, la cultura e le sue tradizioni a costituire il fondamento del successo che la nostra terra ha riscosso negli ultimi anni come meta turistica. Tutto ciò è stato reso possibile da uno sforzo enorme della comunità politica e civile pugliese di analisi critica delle proprie radici. Critica perché piena di contraddizioni e conflitti storici, sociali e religiosi che, in ultima istanza, rappresentano l’autentica peculiarità della Regione. La mostra che presentiamo oggi vuole essere una vivida testimonianza dell’approfondimento che ha portato a comprendere il significativo contributo che la comunità ebraica, insieme alle tante altre comunità che si sono incrociate nei secoli, ha garantito, spesso silenziosamente, alla costruzione dell’identità culturale della città di Lecce e della Puglia. Il Museo Ebraico di Lecce, che mi onoro di ospitare nella splendida cornice di Montecitorio, è quotidianamente impegnato per far rivivere l’importanza di questa storia. Una storia che oggi, in un momento di dolorosi conflitti, possiamo raccontare, attraverso l’arte, anche nei luoghi delle nostre istituzioni. L’auspicio è che l’arte e la bellezza possano, insieme alla memoria, aiutare l’umanità a comprendere le ragioni ultime e vere della solidarietà e del dialogo».

Una grande vetrina per la Regione Puglia, come ha sottolineato Aldo Patruno: «Regione Puglia è sempre più orgogliosa che le proprie istituzioni museali e culturali vadano oltre i confini regionali, accedendo a luoghi prestigiosi dell’Arte, della Cultura e, in questo caso, delle Istituzioni democratiche. Con una offerta, peraltro, che punta a valorizzare l’identità “mediterranea” e “meticcia” della Puglia, da sempre terra di attraversamenti, contaminazioni, accoglienza, incontri di culture, civiltà, religioni, costruzione di ponti e, quindi, di pace. Il dialogo interculturale resta l’unico e più potente strumento di resistenza civile a nostra disposizione, in un mondo sempre più orientato alla contrapposizione e al conflitto. E la Puglia, anche attraverso il Museo Ebraico di Lecce e la sua importante programmazione culturale, intende svolgere fino in fondo questo ruolo che la Storia e la Geografia le hanno riservato, con le radici saldamente affondate nel Mediterraneo e la testa proiettata in Europa».

In conferenza, anche i saluti del Rav Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma: «Sono contento che si parli della presenza ebraica in Puglia e di quanto si sta facendo in questa regione per recuperare la memoria della presenza ebraica. La Puglia fu un luogo di grande passaggio e cultura. Gli ebrei approdavano dall’Oriente a Brindisi, si fermavano o salivano verso la Via Appia o, ancora, scendevano verso Lecce. E’ stata un regione di vivissima cultura. Ho visitato il Museo Ebraico di Lecce e sono meravigliato dallo sforzo che è stato fatto per recuperare delle radici sepolte letteralmente sotto la superficie. Mi auguro che questa serie di iniziative porti più pubblicità a questa storia sommersa».

«Abbiamo voluto creare un ponte tra passato e presente. Un luogo in cui la memoria non è qualcosa da conservare in silenzio, ma da raccontare, condividere, rendere viva. Un progetto che oggi è diventato punto di riferimento non solo per la Puglia, ma anche per la nostra città, trasformandosi in un polo di attrazione per tutti coloro che arrivano da ogni parte del mondo, desiderosi di conoscere questa storia. È per tutti coloro che credono che la cultura possa essere uno strumento di crescita, di pace, di convivenza», racconta Michelangelo Mazzotta ripercorrendo la storia della nascita del Museo e i suoi intenti.

“La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture” è stata presentata dal Direttore del Museo Ebraico di Lecce, Fabrizio Lelli, e dall’architetto e archeologo Fabrizio Ghio. Lelli ha sottolineato l’importanza di questa mostra, che si allinea perfettamente con la missione del museo, ossia «creare un ponte tra culture per promuovere la pace -, la mostra costituisce un invito a riflettere sulle relazioni tra i popoli del Mediterraneo, sulle sfide della convivenza e sul ruolo del turismo consapevole per promuovere l’incontro sulla base della conoscenza. La nostra attività ha avuto il suo successo nel veicolare dei contributi che fino a poco tempo prima erano oggetti di studi molto specifici della nostra Università, veicolarli a un grande pubblico, all’inizio una scommessa che nel tempo è stata vinta poiché si è creato un vero interesse attorno all’ebraismo salentino», ha commentato il professor Lelli a proposito della mostra di cui è curatore. «Il Museo Ebraico di Lecce si propone come luogo di incontro tra diverse culture e visioni. Il percorso didascalico della nostra mostra rappresenta un invito al viaggio e alla scoperta dell’immenso patrimonio della regione, attraverso un’ottica particolare, ovvero i contributi forniti dalle diverse popolazioni e culture che, nel corso dei secoli e fino all’età contemporanea, si sono avvicendate sul suo territorio, con particolare attenzione alla presenza ebraica. La Puglia costituiva per molti viaggiatori un luogo di passaggio, una Puglia “meticcia”, proprio come diceva Patruno, perché questa regione ha una lunga tradizione di confronto, storia e radicata», ha aggiunto il co-curatore Fabrizio Ghio.

In parallelo, è stata presentata la personale “Errare, perseverare, sopravvivere” dell’artista ebrea americana di origine siriana, Lenore Mizrachi-Cohen. La sua esposizione, curata da Fiammetta Martegani, utilizza la calligrafia araba come strumento per esplorare i cambiamenti identitari e culturali del popolo ebraico: «2016: mentre a Tel Aviv veniva al mondo mio figlio Enrico, a Lecce nasceva, sui resti di un’antica sinagoga, quello che oggi è il Museo Ebraico di Lecce. 2019: nel corso di una visita diplomatica della Regione Puglia in Israele, il traffico intenso di Tel Aviv fece deviare i programmi previsti dall’Ambasciata italiana in Israele, portando l’On. Claudio Stefanazzi in visita del Museo Eretz Israel, di cui ero curatrice. Come mi disse alcuni anni dopo: “certe cose non capitano mai per caso”. Nel corso di quell’incontro l’on. rimase profondamente colpito dallo storico legame tra Israele e la Puglia che, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, divenne il ponte per portare in salvo i 21.000 sopravvissuti alla Shoah, verso la Terra Promessa.

La mostra che raccontava l’epopea di quei capitani coraggiosi e del ruolo cruciale che in quegli anni ebbero la Puglia e l’Italia fu, nel 2021, la prima di una serie di mostre da me curate presso il Museo Ebraico di Lecce. Lo sguardo sul contemporaneo, attraverso l’arte, risulta oggi più importante che mai. E per questo, dal 2021 ad oggi, presso lo splendido Museo di Lecce abbiamo già curato 4 mostre di arte contemporanea israeliana. Arriviamo, purtroppo, al 2023: a seguito del terribile massacro del 7 ottobre da parte di Hamas e del conflitto che, già prima di allora, lacera, quotidianamente, diversi popoli del Medioriente, era per noi fondamentale dare spazio ad un’artista che potesse utilizzare la voce di popoli diversi, in modo da attraversare il Mediterraneo e toccare il cuore, e le menti, di tutti noi. Lenore Mizarchi Cohen è un’artista americana, figlia di ebrei siriani, scappati dalla Siria di Afel El Assad.

Nata e cresciuta a NY in una casa in cui si parlava arabo, da anni utilizza lo spessore della lingua e della calligrafia araba per raccontare il dolore del suo popolo eternamente sradicato. Quando, dopo l’inaugurazione leccese, l’on. Stefanazzi ci propose di portare la mostra nella splendida sede della Sala del Cenacolo, non sapevamo ancora che l’inaugurazione romana sarebbe coincisa durante la settimana a cavallo tra la Pasqua ebraica e quella cristiana.

Tuttavia “le cose non capitano mai per caso”: se la Pasqua cristiana è simbolo di resurrezione, quella ebraica è simbolo di liberazione. Per questo voglio augurarmi che le parole di Lenore, utilizzate per questa mostra, possano risuonare nei nostri cuori, nelle nostre menti e in quelle di tutti coloro che da 18 mesi si stanno adoperando in tutti modi per raggiungere al più presto una risoluzione duratura di questo conflitto, per una pacificazione del Medio Oriente e del Mediterraneo».

Alla conferenza è seguita l’inaugurazione ufficiale nella suggestiva Sala del Cenacolo dove l’arpa di Eleonora Carbone ha accompagnato i visitatori alla scoperta delle due mostre mentre si sono susseguiti gli interventi di altri influenti personalità come la Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, e l’avv. Claudio Fano, amico storico e sostenitore del Museo Ebraico di Lecce. La serata, abbinata alla degustazione dei vini di Cantine Leuci, ha dato il via all’esposizione che resterà aperta, gratuitamente, fino al 24 aprile. Un’opportunità aperta al pubblico di immergersi in una narrazione storica affascinante e più che mai contemporanea. Con questo evento, infatti, il Museo Ebraico di Lecce ribadisce il suo impegno nel promuovere il dialogo interculturale e la comprensione reciproca, un passo importante verso un futuro di pace e collaborazione tra le diverse culture del Mediterraneo.