Rimini, 25 ago. (askanews) – “C’ la necessit di creare innanzitutto una cultura del lavoro all’interno delle carceri. Significa cambiare prospettiva”. Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha illustrato ad askanews al Meeting di Rimini le iniziative per migliorare le condizioni carcerarie e ridurre la recidiva. “Norme, finanziamenti, progetti certo servono, ma ci vogliono persone che credono in questi progetti e diano al detenuto la contezza che partecipare a questi percorsi fondamentale ai fini della propria salute fisica, psichica, ma anche della prospettiva post carcere”, ha spiegato Sisto annunciando un importante provvedimento governativo.
“L’11 agosto c’ stato comunicato un decreto del Ministero della Giustizia con cui vengono utilizzati fondi europei di sviluppo regionale per decine di milioni di euro su progetti in tutte le regioni proposti dagli istituti e dalle regioni e ratificati dai provveditorati. Avremo interventi su strutture da risistemare, immobili demaniali da adibire a residenze anche temporanee di detenuti che abbiano necessit di sedi trattamentali. Abbiamo soprattutto tanti corsi di preparazione per i nostri detenuti: forni per la panificazione e pasticceria, corsi di sartoria, di estetisti”, ha dettagliato il viceministro.
Per potenziare ulteriormente questi interventi, Sisto ha evidenziato l’importanza del coinvolgimento privato: “Il privato ha potenzialit che consentono di scrivere percorsi che il pubblico da solo non in condizione numericamente di proporre. Ci vuole un grande gioco di squadra fra imprenditori, ministero e operatori della struttura carceraria”.
“Bisogna aggiungere a questo gioco di squadra lo spirito, la spiritualit all’interno delle carceri. La Corte Costituzionale dice che lo Stato ha l’obbligo di offrire percorsi rieducativi. Il detenuto pu o meno aderire. Su quel ‘pu aderire’ bisogna lavorare, fare in modo che comprenda che il lavoro – rischio recidiva al 2% – davvero l’unica possibilit di redenzione vera”, ha concluso Sisto, evidenziando come “sdegno e depressione sono i due fenomeni che dobbiamo evitare” nelle carceri perch “le nostre carceri non sono un mondo diverso rispetto a quello che fuori dal carcere”.