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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Meglio la Luxemburg che la Schlein: parola di Luciana Castellina.  

“Scegliere la Schlein è stato un broglio propagandistico”. Torna nelle parole della Castellina quella rigidità ideologica che ha piegato abitualmente la sinistra italiana a un atteggiamento di presunzione e inconludenza.

Luciana Castellina è una delle voci storiche della sinistra italiana, con alle spalle un impegno che attraversa gran parte del Novecento, sempre all’insegna della nota intransigenza intellettuale e politica. Nell’intervista del 4 ottobre su repubblica.it interviene duramente sulle attuali dinamiche del Partito Democratico. L’attacco alla Schlein è senza sconti: “Ho per lei – dice – massima stima, ma credo sia stato un po’ un broglio propagandistico sceglierla. Mi spiego: non bastano i suoi discorsetti, validi, a cambiare un partito dove non c’è più una riflessione seria su sé stesso”.

Ora, al netto della simpatia per il giudizio severo sulla Schlein, occorre comunque rilevare che il paradigma di una “sinistra dura e pura” rischia di riproporre l’ennesimo sviamento da un processo di larga convergenza democratica. La politica richiede un approccio che vada oltre le false certezze del settarismo. L’idea di una sinistra  pronta ad escludere a priori il centro – oggi rappresentato da figure come Renzi o Calenda, domani magari riordinato e rilanciato con altri protagonisti – in nome di una presunta “purezza ideologica”, è certamente un rischio più che una risorsa. Se la sfida è quella di creare un’alternativa credibile al governo della destra, diventa essenziale costruire coalizioni che sappiano parlare a un elettorato più ampio, non solo alla base storica della sinistra.

Il dialogo, se condotto con onestà e apertura, può invece rappresentare un’occasione per creare una piattaforma comune che risponda alle vere preoccupazioni degli italiani: lavoro, diritti, ambiente e giustizia sociale. La demonizzazione di chi non rientra nei parametri tradizionali della sinistra “pura” rischia di allontanare porzioni sempre più ampie dell’elettorato, rendendo inefficace qualsiasi tentativo di costruire un’equilibrata e credibile alleanza riformatrice. La storia, anche recente, insegna che una inconsulta rigidità ideologica ha piegato abitualmente la sinistra italiana a un atteggiamento di presunzione e inconcludenza, rendendola incapace di incidere nel governo del paese. Ciò non ha importanza, evidentemente, per Castellina infatti “bisogna ritornare a Gramsci, a Rosa Luxemburg”.