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Meloni al G7 in Canada, imbarazzo per Trump e "vittoria" sui migranti

Kananaskis (Canada), 14 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è attesa oggi a Kananaskis, nella provincia canadese dell’Alberta, per partecipare al G7, al via da domani.

Un summit che Donald Trump, esattamente come 7 anni fa, sempre in Canada, farà fallire. Nel giugno 2018 in Quebec il presidente Usa firmò la dichiarazione congiunta che era stata faticosamente messa insieme dagli sherpa. Ma già lontano dal Canada (era andato via prima del termine per un vertice a Singapore con il dittatore nordcoreano Kim Jong Un) ritirò via Twitter la sua adesione. A farlo infuriare fu l’allora premier canadese Justin Trudeau che in conferenza stampa criticò i dazi unilaterali americani. Definendo Trudeau “disonesto” e “debole”, Trump aveva anche rilanciato le minacce di una guerra commerciale. La sua decisione fu duramente criticata sia dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo cui il presidente americano aveva “distrutto la credibilità del G7”, sia dal presidente francese Emmanuel Macron, per il quale “la cooperazione internazionale non può essere dettata da pugni di rabbia e dichiarazioni usa e getta”.

Al tavolo in Canada oggi sono cambiati quasi tutti gli invitati: restano solo Macron e lo stesso Trump, ancora una volta protagonista. Questa volta, però, per dirla con Geoffrey Holiday Hall, “La fine è nota”: la dichiarazione finale congiunta è già stata dichiarata impossibile ed è stata decisa una soluzione di ripiego. Troppe le differenze da colmare tra Usa e resto del mondo. Anche in questo caso, come sette anni fa, c’è un completo disaccordo sulla questione dei dazi. E in più ci sono anche le questioni del Medio Oriente e dell’Ucraina, con sensibilità assai diverse e un vertice Nato alle porte che potrebbe segnare il disimpegno americano dal conflitto in Europa. Dunque, semplicemente, la Presidenza canadese riassumerà l’esito dei lavori in un sintetico riepilogo. È inoltre previsto che i leader adottino sette brevi dichiarazioni (gli sherpa sono al lavoro) su altrettanti temi: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; lotta agli incendi; minerali critici; repressione transnazionale; contrasto al traffico di migranti.

La posizione di Trump, naturalmente, crea qualche imbarazzo nel governo italiano: al tavolo del G7, infatti, Giorgia Meloni è sicuramente la leader più vicina al tycoon. Per questo a Palazzo Chigi si evita di sottolineare il problema, piuttosto eccezionale, della mancanza di una dichiarazione finale e ci si concentra sul “successo” che la premier intende rivendicare. La dichiarazione sulla migrazione e sulla lotta al traffico di esseri umani – spiegano fonti diplomatiche – è stata proposta dall’Italia, con il supporto di Stati Uniti e Regno Unito, “per dare continuità al lavoro avviato con la Presidenza italiana del G7”. Nel comunicato finale del Vertice di Borgo Egnazia, infatti, i leader hanno concordato di dare vita ad una Coalizione G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti. La Coalizione prevede, tra le altre cose, lo scambio di informazioni di intelligence, iniziative investigative congiunte per smantellare le reti criminali, la confisca dei loro profitti illeciti, in linea con l’approccio “follow the money”, ideato da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per combattere la mafia, colpendone gli interessi economici.

Al summit in Alberta domani sono in programma incontri bilaterali, mentre il summit si terrà lunedì e martedì diviso in sette sessioni. Lunedì 16 si parlerà di economia globale; crescita economica, sicurezza e resilienza; comunità sicure (con intervento di Meloni); rendere sicuro il mondo: temi geopolitici. La giornata di martedì sarà aperta da una sessione sul tema “Un’Ucraina forte e sovrana”, allargata alla partecipazione del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky e del segretario generale della Nato Mark Rutte. La sessione sei vedrà le conclusioni della Presidenza canadese e la presentazione delle priorità della Presidenza francese del G7 nel 2026 mentre l’ultima sarà allargata al formato Outreach (i Paesi e le istituzioni ospiti) e dedicata a “Sicurezza energetica. Diversificazione, tecnologia e investimenti in un mondo che cambia”. (Dell’inviato Alberto Ferrarese).