9.6 C
Roma
lunedì, 15 Dicembre, 2025
HomeAskanewsMeloni dal palco di Atreju attacca la sinistra "al kebab": Schlein scappa,...

Meloni dal palco di Atreju attacca la sinistra "al kebab": Schlein scappa, ho riunito io il campo largo

Roma, 14 dic. (askanews) – Questa volta nessuna citazione dell’amato Signore degli anelli, al posto di Tolkien c’è Blaise Pascal e il suo cuore che ha “ragioni che la ragione non conosce”. Per il resto il repertorio identitario c’è tutto, come ogni volta che Giorgia Meloni chiude la festa di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia arrivata alla sua ventisettesima edizione, “la più lunga di sempre”, durata ben nove giorni nei giardini di Castel Sant’Angelo. La presidente del Consiglio invita i suoi militanti a “non smettere di ricordare” da dove vengono, a essere “scintilla” da portare “di cuore in cuore, di città in città, fino a farla divampare ovunque” per non limitarsi a raccontare la storia ma poterla scrivere.

Rispetto ad altri discorsi, anche vicini nel tempo, è il tono usato nei confronti dell’opposizione a cambiare, a farsi più ironico e sprezzante. Nell’intervento di poco più di due mesi fa alla festa di Gioventù nazionale, quando l’uccisione dell’ideologo Maga Charlie Kirk era ancora recente, la premier aveva costruito una narrazione basata sulla contrapposizione tra “noi” e “loro”, tra chi, da una parte, agisce mosso dall’amore e rispetta chi la pensa diversamente e chi, dall’altra, alimenta il clima d’odio e demonizza l’avversario.

Di simile c’è la modalità da campagna elettorale in vista delle elezioni Politiche del 2027 che Giorgia Meloni ha già adottato. Nel discorso non mancano i riferimenti ai risultati di questi tre anni di governo, alla riforme fatte e a quelle ancora da fare. La presidente del Consiglio, per esempio, torna a parlare dell’importanza del premierato – pur fermo da mesi in commissione alla Camera – e invita nuovamente a votare sì al referendum per la separazione delle carriere che, ribadisce, non ha a che fare con il giudizio sull’esecutivo che rimarrà “in carica fino alla fine della legislatura” ma che serve a fare in modo che “non ci debba più essere una vergogna come quella di Garlasco”.

Il cuore dell’intervento, però, sta soprattutto negli attacchi buttati qui è lì nei confronti della sinistra. In modo particolare di Elly Schlein, che alla fine (a differenza degli altri leader di opposizione) ha deciso di non partecipare ai dibattiti organizzati durante la kermesse. “Questo – afferma – è il luogo in cui il valore delle persone si misura solo su contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti”. Una decisione, quella della segretaria del Pd, per la quale Meloni ironicamente la ringrazia perché “con il suo nannimorettiano ‘mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente’, ha comunque fatto parlare di noi”.

Altra frecciata: “La cosa divertente – incalza – è che il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro”. D’altra parte, la premier, descrive la sinistra come amante delle ammucchiate. Lo spunto è un articolo di Repubblica di dieci giorni fa dal titolo ‘Atreju: avanti c’è posto’. Le ammucchiate – afferma Meloni – non sono quelle che si fanno alla kermesse di Fdi ma “sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta ancora oggi di replicare pur di gestire il potere”. Di più, la premier spiega che alla fine con questo atteggiamento la sinistra finisce per fare il re Mida al contrario. “La buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa, va benissimo”, “si portano da soli una sfiga che manco quando te capita la carta del della pagoda al mercante in fiera”.

Un tono irridente che si ripete anche quando la presidente del Consiglio ricorda il riconoscimento che la cucina italiana ha ottenuto dall’Unesco martedì scorso e per la quale, afferma, la sinistra non è riuscita a gioire. “Hanno rosicato così tanto che è una settimana che mangiano tutti dal kebabbaro. Roba da matti”.